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Nelle uova più vita che consumismo

Umberto Folena domenica 21 aprile 2019
Narra la leggenda che Maria si recasse da Ponzio Pilato per implorare la liberazione di suo Figlio. In dono gli portava un cesto dorato ripieno di uova. Pilato vide lei, le uova e... Il finale va rivelato nel finale. Questo basti, per il momento, a significare quanto le uova pasquali siano importanti. L'uovo in generale è un simbolo potente. Se il mercato se ne sta impossessando in modo sempre più famelico, quasi "imponendoci" spese assurde per pochi grammi di cioccolato con una sorpresa che spesso è una delusione, ciò non significa che l'uovo perda il suo formidabile valore simbolico.
L'uovo c'è da sempre, e da sempre l'uomo gli rende omaggio. Il motivo è semplice: esso racchiude la vita, che al suo interno nasce e infine esce e trionfa. L'uovo sono i due emisferi di cielo e terra che si uniscono. L'uovo cosmogonico rappresenta la continua rinascita del ciclo della vita. Per i cristiani, poi, l'uovo ricorda la pietra liscia che chiude il sepolcro; ma al suo interno la vita trionfa, frantuma il guscio che non può trattenerla e fugge, rinasce, risorge.
Si dice che dietro la diffusione delle uova come simbolo pasquale ci fosse un motivo pratico. Durante i 40 giorni di digiuno quaresimale il consumo delle uova non era ammesso. Ma le galline non lo sapevano e continuavano a produrne. Che farne? Trovato: bollite, indurite, decorate, regalate, le uova trionfavano. Nell'area dei Balcani e tra gli ortodossi si cominciò a dipingerle di rosso. I ricchi volevano fare le cose in grande. Edoardo I re d'Inghilterra ne regalò a centinaia, rivestite d'oro. Poi arrivò il cioccolato. Nei primi anni dell'Ottocento si scoprì il modo di lavorarlo, rendendolo malleabile, componendolo in tavolette e anche negli emisferi a forma di uova. Più tardi, nel 1883, su commissione dello zar, il gioielliere francese Peter Carl Fabergé crea un primo uovo in platino smaltato, contenente un secondo uovo d'oro, che a sua volta celava una corona imperiale e un pulcino dorato. Il cibo più popolare diventava un gioiello esclusivo d'inestimabile valore.
Quando bolliamo e decoriamo le uova di gallina, o acquistiamo quelle di cioccolato per regalarle, ci mettiamo dunque nel solco di una tradizione più che millenaria. Uova di terracotta sono state trovate nelle tombe di popoli distanti migliaia di chilometri. Un uovo era tenuto in mano da Dioniso. La vita si genera e nasce e si libera del guscio e popola la terra, il cielo, le acque e il cosmo. E Cristo è questa vita nella sua espressione compiuta.
E il consumismo che mastica, digerisce e fa soldi con i nostri simboli più cari? Boicottare le uova di cioccolato è un'idea velleitaria che otterrebbe l'effetto sicuro di far detestare la Pasqua ai bambini. E allora? Ragionevolmente, possiamo astenerci dai prodotti dai prezzi e le confezioni più lussuosi e assurdi. E soprattutto raccontare ai bambini che cosa rappresenti il simbolo dell'uovo e, come i nostri antenati, decorare le uova e regalarle, mettendone in evidenza il valore cristiano. Cristo è quella vita che non muore; e noi, in Lui, non moriremo.
E le uova di Maria? Che cosa pensasse in cuor suo Pilato non possiamo saperlo e forse è una fortuna, perché per secoli scrittori e registi hanno potuto elaborare ipotesi e metterle in scena. Pilato però aveva ormai parlato e non poteva tornare sui suoi passi. Maria scoppiò in lacrime, il cesto le cadde dalle mani e le uova rotolarono e rotolarono, da Gerusalemme per tutta la Giudea e lungo le strade del mondo e del tempo, fino a noi oggi. Ecco a chi appartengono le uova che abbiamo decorato e doniamo, affinché continuino a raccontare la storia di Gesù.