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Nel cuore la Croce di Gesù E speranze di ogni umanità

Gianni Gennari martedì 8 ottobre 2019
Lupus doppio in due parti. 1) «Cari fratelli, guardiamo insieme a Gesù Crocifisso, al suo cuore squarciato per noi. Iniziamo da lì, perché da lì è scaturito il dono che ci ha generato; da lì è stato effuso lo Spirito che rinnova (Cfr. Gv.19,30), da lì sentiamoci chiamati, tutti e ciascuno, a dare la vita. Tanti fratelli e sorelle in Amazzonia portano croci pesanti e attendono la consolazione liberante del Vangelo, la carezza d'amore della Chiesa. Per loro, con loro camminiamo insieme». Così papa Francesco ha concluso l'omelia per la Messa della inaugurazione del Sinodo. Guardare tutti insieme a Gesù Crocifisso con la croce piantata nel nostro cuore: la croce di Gesù! Slancio di passione totale. Che dire? Una sola cosa: sarà interessante vedere se qualche uomo di Chiesa più o meno in carriera o anche semplicemente qualche "pensatore" dirà ancora senza vergogna che questo Papa trascurerebbe Gesù Cristo…
2) Domenica ("Corsera". La Lettura p.19) «Senza sogni la politica non vive. Ascoltiamo Ernst Bloch». Stimo molto Di Vico, che tra l'altro fu il primo che più di 20 anni or sono individuò che "Rosso Malpelo", qui su "Avvenire", era lo pseudonimo del sottoscritto, e oggi mi interessa questo suo richiamo allo sguardo filosofico profondo di un autore come Ernst Bloch, dal cui stimolo è poi nata anche la Teologia della speranza. E mi permetto di ricordare che nel 1973 ho pubblicato il mio primo libro dal titolo "Cristo Speranza delle speranze umane" (Paoline), sul rapporto tra messaggio cristiano e la speranza di sempre, con 45 pagine di bibliografia in 4 lingue e 1.000 voci su speranza e sviluppo. Nel libro 11 pagine erano dedicate a Ernst Bloch, teorico di una incoercibile speranza umana che muove l'uomo come tale a superare ogni ostacolo. All'ombra luminosa di quella Croce noi sappiamo che c'è, per tutti, «la speranza che non delude» (Rm. 5,5).