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Nei «Vespri per l'Assunzione» trionfa il barocco di Giannettini

Andrea Milanesi domenica 7 novembre 2004
Un'esplosione di gioia e vitalità investe le opere sacre di Giovanni Antonio Giannettini (1648-1721): un senso di convinta partecipazione e di autentica letizia, nel trionfo barocco di una musica che reca profondamente con sé l'impronta del suo tempo. Originario di Fano, Giannettini si formò artisticamente sotto Giovanni Legrenzi nella prestigiosa Cappella Ducale di San Marco in Venezia (dove ricoprì anche il ruolo di organista), prima di essere nominato maestro di cappella presso la corte estense di Modena, al servizio di Francesco II. E sotto il titolo suggestivo di "Notti di Modena", i suoi Salmi a quattro voci a cappella, con un coro separato di cinque stromenti tornano a risuonare nel disco realizzato da Marco Mencoboni alla guida del complesso Sacro & Profano e dei gruppi corali La Stagione Armonica e Aurora Surgit (cd pubblicato da E lucevan le stelle e distribuito da Sound and Music); in una ricostruzione assolutamente convincente dei Vesperae in Assumptione Beatae Mariae Virginis, riproposta seguendo fedelmente lo schema liturgico di una solennità mariana e un apparato musicale conforme alle prassi esecutive dell'epoca. Nella lettura offerta da Mencoboni, queste composizioni si rivelano come un affascinante caleidoscopio di forme e di stili, originato dalla ricca varietà di combinazioni vocali e strumentali, in una fantasiosa alternanza tra sezioni concertanti e parti solistiche. Alla luce di un'apparente e lineare semplicità: della naturalezza di linee melodiche (lo stesso Giannettini, nella premessa dell'edizione a stampa del 1717, ci tenne a precisare che "il musico provetto non troverà in questi salmi alcuna difficoltà nel cantarli perché non v'è passo che non sia naturale e cantabile'") che in realtà nascondono continue insidie, soprattutto nella reale traduzione musicale degli intenti espressivi. Dallo splendido Nisi Dominus al Magnificat, dal Dixit Dominus al Lauda Jerusalem, passando per le ipnotiche antifone gregoriane o gli appropriati intermezzi strumentali (scelti tra le Sonate da Chiesa op. III del grande Corelli), ogni tassello dei Vespri per l'Assunzione concorre infatti a ricreare un grandioso mosaico di elevata spiritualità, per una musica chiamata ad avvolgere letteralmente l'attonito ascoltatore.