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Negli Oratori di Giacomo Carissimi la forza ideale della Controriforma

Andrea Milanesi domenica 17 luglio 2005
Non si può comprendere appieno la forza dirompente e il messaggio innovativo dell'opera musicale di Giacomo Carissimi (1605-1674) senza calarsi tra le pieghe degli avvenimenti storici, culturali e soprattutto religiosi che marchiarono a fuoco i primi decenni del XVII secolo: quando il contrattacco cattolico nei confronti della Riforma protestante di Lutero trovò nelle più disparate discipline artistiche saldi e irremovibili baluardi sia teologici che confessionali. A ribadire la centralità non solo di gratia et fides o di spes et caritas, ma soprattutto della fedeltà ai fondamenti tradizionali della Chiesa: alle Sacre Scritture, alla figura della Madonna, alla schiera dei Santi, all'insindacabile guida del magistero papale e al sostegno della potenza salvifica dei Sacramenti. Ed è proprio questo complesso dottrinale che si impone con grande evidenza nella luminosa parabola creativa del compositore di Marino, per oltre quarant'anni maestro di cappella presso la romana Basilica di Sant'Apollinare (annessa al Collegio Germanico e Hungarico), nonché punto di riferimento assoluto nella definizione e nell'evoluzione della forma musicale dell'oratorio in lingua latina. Svolgendo un prezioso lavoro di ricerca, studio e recupero delle Historiae Sacrae di Carissimi, in occasione del quarto centenario della sua nascita, Ronald Wilson ha realizzato un progetto discografico di notevole importanza, per valore documentario ed esiti interpretativi; a capo dell'ensemble vocale La Capella Ducale e di quello strumentale Musica Fiata, il direttore inglese ha approntato un polittico di pagine oratoriali, che al rinomato Diluvium universale («Dialogo del Noe») affianca le recenti riscoperte di lavori come Regina Hester, Dialogo del Gigante Golia e De tempore interfacto Sisara (cd pubblicato da Cpo e distribuito da Sound and Music). Opere che si sviluppano in una sequenza vertiginosa di plastiche immagini figurative cariche di dramma e di tensione, che riportano alla memoria le affollate scene dei dipinti di Caravaggio; microcosmi espressivi immortalati da un fascio tagliente di luce, in un'istantanea che ferma nel tempo e nello spazio un flusso continuo di gesti e sentimenti destinati a commuovere gli animi dei rapiti spettatori.