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Napoleone Luigi, il più sfortunato dei Bonaparte

Cesare Cavalleri mercoledì 11 settembre 2019
INapoleonidi, come collettivamente vengono chiamati nipoti e altri parenti dell'imperatore non ebbero molta fortuna, e il più sfortunato di tutti fu Napoleone-Luigi Bonaparte, figlio di Luigi re d'Olanda, fratello minore dell'imperatore, e di Ortensia de Beauharnais, a sua volta figlia di Josephine de Beauharnais, prima di diventare moglie dell'imperatore. Genealogie complicate anche perché l'imperatore, che assegnava troni ducali o altre cariche in varie parti d'Europa, favoriva i matrimoni fra cugini, per cui ci sono dubbi perfino che il re d'Olanda sia veramente il padre di Napoleone-Luigi, data la disinvoltura delle Beauharnais. Comunque, re Luigi si interessò sempre dei figli, anche dopo la separazione da Ortensia. L'unico napoleonide di successo (e che successo!), fu Luigi Bonaparte, fratello minore di Napoleone-Luigi, che diventerà Napoleone III. Allo sfortunato napoleonide è dedicato il libro di Massimo Novelli, Vita breve e rivoluzioni perdute di Napoleone-Luigi Bonaparte (Aragno, pagine 306, euro 15), libro fin troppo documentato, con citazioni di testi d'epoca in originale che non facilitano la lettura. Novelli cita lo Stendhal di Il roso e il nero, contemporaneo agli eventi narrati, ma che differenza di stile, che nostalgia di Stendhal! Napoleone-Luigi morì a ventisei anni. Era un giovane bellissimo, «soprattutto a cavallo», secondo la testimonianza di Valerie Masuyer, dama di compagnia di Ortensia, madre dello sfortunato. Fu educato rigidamente, fu marito innamoratissimo della cugina Carlotta. Per dare un'idea dei costumi dell'epoca, ecco le norme stabilite per lui dal padre, Luigi re d'Olanda: «Non berrà mai né bordeaux, né caffè, né liquori. Si laverà i piedi una volta alla settimana, si pulirà le unghie con limone, le mani con crusca; mai con sapone. Gli è vietato l'uso dell'acqua di Colonia o di qualsiasi altro profumo. Dovrà usare scarpe larghe che vadano bene a tutti e due i piedi. Dovrà pulirsi la testa con una spugna asciutta, mai con acqua. Il suo cameriere avrà cura che le sue bretelle sieno molto lente, perché possa star dritto. La cioccolata sarà tenuta in luogo chiuso; un quarto di tavoletta al giorno, non di più». Alla morte di Pio VIII (1830) ci fu una sommossa romana contro il potere temporale del Papa, subito rientrata: tuttavia, Napoleone-Luigi e il fratellino simpatizzarono per gli insorti, e forse fu allora che si iscrissero alla Carboneria. Più seri furono i moti nel modenese organizzati da Ciro Menotti, che voleva convincere Francesco IV, duca di Modena, a mettersi a capo di un movimento liberale, ma il duca lo tradì, lo fece arrestare e poi fucilare il 26 maggio 1831. Napoleone-Luigi fu in contatto con Ciro Menotti, ma un attacco di rosolia lo spense il 17 marzo 1831, nell'albergo del Cappello a Forlì. Il medico Versari non aveva diagnosticato la malattia, e scrisse un memoriale per chiedere scusa. Ci ha lasciato i risultati dell'autopsia sullo sventurato giovane, con descrizione di dettagli olfattivi raccapriccianti.