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Modelli Red, è ora di cambiare

Vittorio Spinelli martedì 19 giugno 2007
Il principio è giusto: a ciascuno secondo il suo bisogno. Di conseguenza, le pensioni e gli assegni si liquidano secondo il diritto, ma nello stesso tempo una buona previdenza deve calibrare gli importi in base ai redditi complessivi posseduti dall'interessato. Purtroppo, un criterio tanto semplice ed equo, col passare del tempo e delle leggi, ha dato vita ad un altro bubbone della burocrazia, i modelli Red, inviati ogni anno dall'Inps per verificare i redditi che possono influire sulle varie prestazioni, in particolare sui trattamenti minimi e sulle quote accessorie. Le dichiarazioni reddituali dei pensionati, rese su questi modelli (la scadenza di quest'anno è stabilita al prossimo 30 giugno) possono quindi provocare una modifica degli importi in pagamento e, in diversi casi, una riduzione della pensione. Di qui, l'amara sorpresa: l'obbligo degli interessati di dover restituire il di più, come stabilisce la legge 412/1991 pur con molte garanzie per i debitori. Le statistiche dicono che le restituzioni interessano per il 60% le donne e che due pensionati su tre hanno superato i 70 anni. Fra i motivi degli indebiti, il 34% si riferisce alle pensioni minime anteriori al 1994, il 15% a quelle successive e il 26% alle pensioni liquidate ai familiari superstiti. Le difficoltà, i disagi, le proteste che accompagnano queste situazioni hanno trovato di recente un paladino nello stesso Inps. Il Consiglio di vigilanza dell'ente ha preso atto che questo sistema è troppo complesso, non omogeneo nelle verifiche, e che incide pesantemente nella vita di famiglie con persone spesso di età elevata. Il fenomeno delle somme non dovute si concentra, in particolare, sulle pensioni liquidate in funzione del reddito dell'anno corrente, che può essere solo presunto e che va necessariamente certificato solo nell'anno successivo. Per questo motivo, sarebbe opportuno modificare le regole, stabilendo di calcolare in ogni caso solo il reddito dell'anno precedente la pensione, ormai definitivo, con alcuni correttivi che salvaguardino il pagamento del trattamento minimo. Inoltre, dall'analisi dei redditi dovrebbero essere sempre escluse le pensioni di guerra, le pensioni privilegiate, le rendite Inail, le indennità di accompagnamento, gli arretrati in genere e la casa di abitazione. Per semplificare il sistema, il Consiglio dell'Inps propone anche di ricavare i dati dei redditi direttamente dalle varie banche dati attualmente esistenti (730, Unico, Casellario delle pensioni, indici Isee ecc.) e che la legge 412 sulle somme indebite sia applicata non solo alle pensioni ma a tutte le prestazioni legate all'andamento dei redditi. Infine, l'Inps suggerisce la necessità di applicare la legge 412 a tutti gli altri enti previdenziali. Fra questi, anche le Casse di previdenza dei liberi professionisti, che in questa materia adottano esclusivamente il codice civile e che difficilmente fanno sconti ai propri debitori.