Rubriche

Memoria di cose terribili e compito della cosa più bella

Gianni Gennari martedì 28 gennaio 2020
Giorno Memoria della Shoah per un futuro degno. Ieri in pagina (“Repubblica”, p. 47) eccone una lettura offerta da Gabriele Romagnoli: «La prima cosa bella del lunedì 27 gennaio 2020 è un condominio di New York, nel Queens. Alla costruzione, nel 1964, ci vivevano 333 sopravvissuti». Felice anche, e sempre necessario (“Repubblica”, p. 30: «La memoria a metà») il pensiero di Enzo Bianchi che segnala il rischio di falsificare la realtà dimenticando che colpevoli furono «anche altri europei, e tra questi innanzitutto gli italiani», noi, con le leggi razziali prima della Shoah e alleati della Germania negli anni successivi. Può essere urtante, ma la realtà è questa. E ancora Bianchi ricorda quanto sia «stolta la domanda “dov'era Dio ad Auschwitz?”, perché la vera domanda è “dove era l'uomo, dove era l'umanità?”» Con un seguito che a me pare necessario. È un fatto che chi in genere lamenta un Dio assente ad Auschwitz nega che esista un Dio, ma chi crede che Dio esista, e sia quel Dio rivelato nella storia fino alla incarnazione del Verbo in Gesù Cristo, sa che Dio allora era nelle camere a gas, identificazione per grazia d'amore infinito con le vittime proclamata in quel «Lo avete fatto a me!» (Mt. 25) che per chi crede nel Dio “di” Gesù Cristo – cioè nel Dio che è Gesù Cristo – è la misura unica della salvezza eterna, ma anche della preparazione faticosa e sempre rinnovata di un mondo diverso e veramente umano. Torno alla “cosa bella” da cui ho iniziato – e capisco che ogni bellezza passa per questo compito, l'unico degno dell'uomo, e anche degno dell'unico Dio, conosciuto da noi solo attraverso Gesù, come afferma Pascal, ma “riconosciuto” anche senza “conoscerlo” da chi realizza la “cosa bella” più bella di tutte amando i fratelli con l'Amore di Dio stesso (Rom. 5,5) donatoci per grazia. Avanti!