Rubriche

Matrimoni, dati e considerazioni: lucidità coerente, libertà responsabile

Gianni Gennari giovedì 17 agosto 2017
Cronaca di Milano del "Corriere" (15/8, pp. 2-3): «Le nuove famiglie. Matrimoni in calo e sposi over 40». Bilancio delle nozze nei primi anni Duemila: meno 60%, oltre i 40 per l'età degli sposi, in genere un solo figlio. I matrimoni religiosi al 25% del totale, civili al 75%. Sociologi e demografi saggi e anche preoccupati e un'intervista a monsignor Luca Bressan, vicario episcopale ambrosiano per cultura e vita sociale, con questo titolo: «Non più tradizione, ma scelta: un atto di consapevolezza». Leggi e constati lo sguardo lucido sulla realtà. Mi torna in mente un fatto clamoroso di anni giovanili, a Prato: di fronte a un matrimonio civile del tutto particolare – tra una donna impegnata nella vita diocesana e un uomo di partito allora del tutto ostile a Chiesa e religione – la pubblica denuncia della Curia vescovile di sposi definiti «pubblici concubini». Fu un putiferio bilaterale, da una parte a difesa degli sposi dall'altra a difesa del vescovo, ma in ambedue i casi con evidente sconfinamento della realtà civile e pubblica e di quella religiosa e altrettanto pubblica. Che dire? Sagge e non nuove, oggi le parole pacate di Bressan che valorizza giustamente ambedue le realtà: buon segno la necessità avvertita di consolidare la coppia e la famiglia già in vita con una scelta di responsabilità, e nessuna nostalgia di scelte che un tempo erano come il portato ovvio di una società molto diversa da quella di oggi... Che dire, ancora? Il regno della ragione, e anche della fede, è nella libertà. Una fede non libera non è nemmeno vera fede! Questa la realtà della comunità di fede, della fede in Gesù Cristo. A questa realtà lucidamente offerta con il rispetto della sua dinamica di libertà va la risposta dovuta e responsabile: Chiesa in uscita, libera entrata per chi vuole davvero seguire Cristo.