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Marco di Aretusa. Dalla parte della verità senza inutili compromessi

Matteo Liut martedì 29 marzo 2022
Le divisioni che lacerano la Chiesa feriscono il Vangelo: per questo coloro che offrono la propria vita a Cristo, subendo le persecuzioni e rimanendo fedeli alla vera fede, sono un dono in grado di curare le ferite e le spaccature. Testimoni come san Marco di Aretusa, vescovo del IV secolo della città siriana che oggi è Er Rastan, ci lasciano in eredità il forte appello a stare sempre dalla parte della verità, senza cedere a compromessi. Accusato inizialmente di non essere abbastanza deciso contro l'arianesimo (forse perché preoccupato proprio della ferita provocata dalla diffusione dell'eresia), nel 360 Marco chiarì la sua ortodossia e questo fece sparire i "sospetti" su di lui. Nel 361 fu costretto a fuggire a causa della presa di potere di Giuliano l'Apostata che voleva restaurare il paganesimo. Tornò, però, quando venne a sapere che i preti erano stati imprigionati. Marco aveva fatto distruggere un tempio pagano e questo, al suo ritorno, gli costò l'arresto e le torture, alle quali sopravvisse. Si dedicò all'evangelizzazione dei pagani fino alla morte nel 364.
Altri santi. Santi Simplicio e Costantino, abati di Montecassino (VI sec.); san Guglielmo Tempier, vescovo (XII sec.).
Letture. Romano. Ez 47,1-9.12; Sal 45; Gv 5,1-16.
Ambrosiano. Gen 25,27-34; Sal 118 (119),97-104; Pr 23,29-32; Mt 7,6-12.
Bizantino. Gen 15,1-15; Pr 15,7-19.