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Maisano dalla Nappi non chiede permesso

Andrea Fagioli venerdì 16 aprile 2021
Seguiamo da tempo su Tv8 gli esperimenti televisivi del film-maker ed ex inviato de Le iene Marco Maisano. Il suo modo di fare televisione è interessante. Il suo è uno stile che potremmo definire disarmante, riscontrabile nel modo di porsi di fronte al tema affrontato, nel modo di raccontarlo e nel modo di condurre le eventuali interviste, ma anche per la soluzione tecnica di volta in volta adottata. In poche parole Maisano cerca sempre di semplificare i contenuti, di renderli comprensibili, di mettersi dal punto di vista del telespettatore comune con mezzi molto immediati come la sua telecamera e il suo smartphone, che danno l'idea della presa diretta, dell'assenza di mediazione. Lo abbiamo seguito nell'affrontare, in tre stagioni di Piacere Maisano, i temi più svariati: dallo stato di salute della fede cattolica in Italia alla dipendenza dai social network, fino alla pandemia di cui è stato tra i primi in tv a mostrarne le conseguenze con il dramma dei pazienti che finiscono intubati, con coloro che muoiono senza nessun caro accanto, ma anche con la dedizione e l'altruismo di un personale sanitario soggetto a turni massacranti e a sua volta isolato dalle proprie famiglie. C'era pertanto curiosità anche per la nuova serie Permesso Maisano (derivazione diretta del precedente Piacere Maisano), in onda il mercoledì a mezzanotte sempre su Tv8. L'idea di partenza, piuttosto accattivante, è raccontare alcuni personaggi del mondo dello spettacolo e del giornalismo visitando la loro casa. Il problema è che questa volta Maisano ha giocato in modo scorretto partendo dall'abitazione dell'attrice porno Valentina Nappi che, a parte convivere con serpenti e topi, non ha risparmiato nessun dettaglio del proprio lavoro. Insomma, una partenza per catturare qualche spettatore notturno in più, ma che poco si concilia, ad esempio, con i prossimi padroni di casa, Orietta Berti e Bruno Vespa, per i quali si spera non ci sia bisogno dell'avvertenza, come per la Nappi, che la visione è sconsigliata a un pubblico di meno di 14 anni.