Rubriche

Mai di meno

Roberto Mussapi giovedì 18 settembre 2014
«Amore o cresce, o è piena e ferma luce:/ il primo attimo d'ombra è la sua notte». Due versi memorabili di John Donne, uno dei massimi poeti di lingua inglese, autore del Seicento, presente in queste Avventure per una frase epocale, che ispirerà tra l'altro un famoso titolo di Hemingway, «Per chi suona la campana? Per te. Nessun uomo è un'isola». Questa volta citiamo non da un sermone. Ma da una delle sue poesie che lo pongono ai vertici universali con la sua cifra barocca e metafisica.L'amore può solo crescere, aumentare, di giorno in giorno, di istante in istante. All'infinito. Oppure, giunto allo zenit, fermarsi, trovando immobilità eterna, come una stella fissa: nel senso che più di così non era possibile, e lo zenit è fissato per sempre. Ma non gli è concesso di decrescere, diminuire. Quello è il destino degli affetti, dei sentimenti, non della potenza sovrana che è Amore. Lampante come questi versi, mentre indicano la relazione profonda tra due esseri umani, definiscono simultaneamente ogni forma di trasporto amoroso: per Dio, secondo il cristiano John Donne, per l'universo, la vita, la natura, secondo ogni uomo che abbia sentire umano e senso di fraternità e gratitudine universale.