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Maggioni, il Paese reale “In Mezz’ora”

Andrea Fagioli martedì 12 settembre 2023
Il titolo non tragga in inganno: In mezz’ora (la domenica alle 14,30 su Rai 3) dura quasi due ore (fino alle 16,15).
Non è comunque una novità. Succedeva già dai tempi di Lucia Annunziata con Mezz’ora in più e Il mondo che verrà.
Da un punto di vista temporale nulla
è dunque cambiato con l’arrivo alla guida del talk show di approfondimento giornalistico di Monica Maggioni che, come pochi altri, alterna incarichi
ai massimi livelli in Rai (presidente
del Cda, direttrice di Rai News 24
e del Tg1) con la conduzione di programmi. Molto è invece cambiato
da un punto di vista spaziale,
nel senso di ampiezza dello studio
e di una scenografia con maxischermi
in cui oltre agli inviati o agli ospiti
in remoto appaiono i disegni, sempre efficaci, di Tullio Pericoli.
Ma soprattutto molto è cambiato
nella conduzione. Lucia Annunziata,
a cui la Maggioni ha dedicato
un omaggio definendola anima e storia di un programma condotto per 18 anni, poteva non essere il massimo
della simpatia, ma le sue interviste erano incalzanti e i suoi commenti acuti. Lo stile della Maggioni è più accondiscendente, in molto momenti verrebbe da definirlo didascalico, della serie «ve lo spiego io». Certo nella prima intervista non è stata favorita dall’interlocutore, il segretario della Cgil Maurizio Landini, che quando attacca
è difficile fermarlo. Ma anche nella successiva al ministro della Difesa, Guido Crosetto, sono state ben poche le domande scomode e a poco sono serviti i due interventi in studio (messi un po’ lì) da parte di due collaboratori
del programma, Marcello Sorgi e Iman Sabbah, a cui è toccata sì e no è una mezza domanda. Per il resto la prima puntata del nuovo In mezz’ora è stata segnata dal terremoto in Marocco
e dai collegamenti con gli inviati Rai
sul posto, mentre il finale (Il mondo di
In mezz’ora) è stato dedicato a Putin. © riproduzione riservata