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Ma la carità non è il contrario della verità

Pier Giorgio Liverani domenica 9 settembre 2012
Sul cardinale Martini oltre il generale rimpianto di fedeli e di "laici", c'è stato purtroppo qualcuno, in campo cattolico, che non lo ha capito, mentre alcuni giornali "laici" ne hanno strumentalizzato la morte per ragioni biopolitiche. Su La Stampa (martedì 4) nella rubrichetta quotidiana spesso divertente di "Jena " è apparsa una inaspettata cattiveria. Eccola: «Se la Chiesa fosse un'istituzione intelligente Martini ne sarebbe stato il Papa». Penso che il compianto cardinale, che in vita come prima virtù esercitava la carità, abbia soltanto pietosamente sorriso. A proposito della carità, però, va citato l'inevitabile Corrado Augias, per il quale la carità (che cita: "Amerai il prossimo tuo come te stesso") è «una virtù diventata rara nel cristianesimo», perché «è l'opposto della verità», giacché la Chiesa «pretende di imporre a tutti la sua verità». Augias non sa che la verità è la prima carità ("Caritas in veritate" scrive Benedetto XVI) e così ha trovato significativo che Carlo Maria Martini abbia deciso addirittura «di pregare per la Chiesa», perché – si chiede – «se un uomo di chiesa decide di pregare per la sua Chiesa non vuole forse dire che le sue speranze si sono molto affievolite?». Vada Augias qualche volta a una Messa domenicale (se ne celebrano in Italia più di 30 e forse anche 40mila). Scoprirà che al centro di ciascuna i milioni di partecipanti pregano «per la Chiesa pellegrina sulla terra», che la stessa preghiera si fa ogni giorno almeno in ciascuna delle 26mila parrocchie e che questo fanno ogni giorno tutti i buoni cristiani.PRIVATA MA PUBBLICASarebbe bene che si scrivesse solo delle cose che si conoscono o, almeno, che non si inventasse ciò che non si sa. Si tratta, ancora, di un Furio Colombo sempre più furioso. Questa volta se la prende (Il Fatto, 29 agosto) con le «scuole private», che notoriamente, invece e come riconosce la legge, sono "pubbliche", anche se "non statali". Secondo Colombo la «scuola privata» ha lo scopo di «combattere la scuola pubblica» ed è «fondata sui valori del privato, tende a portare tutto dentro ambiti privati» e non solo «prepara un futuro tutto privato», ma anche «tanti piccoli Formigoni». I suoi modelli ideali – scrive ancora – sono «i candidati presidenziali [americani] Romney e Ryan, che vogliono moltiplicare le forniture per le spese militari e tagliare le cure mediche gratuite». Siccome, però, «nove su dieci, per scuola privata s'intende scuola religiosa», Colombo dovrebbe sapere che proprio questa forma i giovani alla solidarietà, all'amore del prossimo, all'impegno per gli altri: in altre parole a quella carità che ha per fine soprattutto il bene comune, cioè "pubblico". CONTRIBUTI>Libero (giovedì 6) annuncia: «Europa bacchettona», perché il Sindaco di Bruxelles ha istituito una «multa da 250 Euro per ogni parolaccia». «Linea dura», commenta. Se l'idea arrivasse in Italia i conti pubblici sarebbero presto in attivo. Anche con il contributo di Libero e del Giornale.FORSE È VIVOAll'Unità collabora da qualche anno un «musicista e scrittore» che cura una rubrica dal titolo «Dio è morto». Siccome questo necrologio si ripete tutte le settimane, comincio a pensare che sia ancora vivo.