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Ma i giovani non possono accontentarsi di vivacchiare

Paolo Massobrio mercoledì 18 maggio 2022
Che sia in atto un aumento generalizzato dei prezzi è un dato assodato, ma fino a dove si potrà spingere? La prova del nove saranno le vacanze, dove si parla di 23 milioni di italiani in movimento, ma il campanello d'allarme lanciato da Confcommercio è che le prenotazioni restano ancora poche (salvo il sold out nelle aziende agrituristiche) perché si teme il rincaro prezzi. Del resto, se aumentano pane, farina e cereali nella misura del 5 per cento a settimana, l'effetto ciliegia è sicuro: tutti si sentiranno autorizzati, dai bagnini ai gelatai, di aggiungere quegli euro in più. Altro dato allarmante è poi quello che riguarda la città di Milano, che ha perso il 6% dei residenti, per i costi proibitivi degli affitti, paventando il cosiddetto "effetto Londra", per cui si svuota la città, col conseguente ridimensionamento dei servizi per gli abitanti (negozi di prossimità in primis). Ma c'è pure l'allarme dell'Airi, l'associazione delle industrie risiere, che pronostica carenza di prodotto negli scaffali dei supermercati, mentre la pasta, in un anno, è salita di prezzo di 0,70 centesimi. Contraddizioni che non si capiscono, se non guardando quella che si può definire la tempesta perfetta, per cui l'aumento dei costi energetici riduce la possibilità di investimento in agricoltura. Tuttavia, sempre in termini di contraddizione, non si comprendono neppure quei messaggi appesi ai vetri di bar e ristoranti che continuano ancora a cercare personale. Sembra che, dopo la pandemia, i giovani non vogliano far troppi sacrifici, ma dove prenderanno i soldi per il rito dell'aperitivo, al quale non rinunciano? Possiamo dire che il problema è culturale, senza dover rispolverare i bamboccioni? Sembra emergere una rinuncia generalizzata a imparare un mestiere e, quindi, a pianificare una carriera che dia una prospettiva. E c'è una protezione infantile da parte di famiglie e genitori, che in qualche modo permettono l'estensione di un benessere quanto mai fragile. Ora, lungi dal generalizzare, dacché le polemiche, quando si toccano i figli di papà e di mammà, sono dietro l'angolo, certamente esiste un problema serio che riguarda la formazione, e lo Stato latita nell'agevolare risposte nuove ed efficaci (che già vengono, e dovranno venire di più, anche "dal basso"). Conosco giovani che hanno intrapreso una strada, facendo i camerieri, e oggi, dopo un anno, possiedono un mestiere che ha una domanda altissima e prospettive serie. Ma nella medesima famiglia trovi chi si accontenta di vivere alla giornata, perché comunque ci sono una casa, una famiglia, e domani si vedrà, anche se il problema del futuro proprio non se lo pongono. Famiglie è la vostra ora!