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Ma a volte i «diritti» non sono per nulla diritti

Pier Giorgio Liverani domenica 17 gennaio 2016
«Se in Occidente il ventesimo secolo è stato il tempo dei diritti collettivi, il ventunesimo si apre all'insegna di quelli individuali». S'iniziava così, venerdì 15, un trattatino su «il pensiero forte dell'Occidente» di Massimo Russo, giovane condirettore della Stampa. Due giorni prima, in un ospedale pubblico la morte di una donna durante un aborto volontario, la cui correttezza (si può dirlo per questo caso?) è tuttora sotto esame, ha messo in crisi i sostenitori dei «diritti civili». Un aborto che si conclude con la morte anche della madre scuote le certezze dei fautori dei cosiddetti «diritti civili» e ostacola il trapasso, che piace alla Stampa, dai «diritti uguali per tutti» a quelli (odierni) dei «diritti dei singoli» che piacciono ai radicali, perché di destra.Quelli individuali, è evidente, diminuiscono la parità costituzionale fra tutti i cittadini e favoriscono i privilegi e i soprusi. Il Fatto Quotidiano è ricorso allo stupore e all'amara ironia: «Nella Superpotenza (l'Italia) si muore d'aborto». Certo che si muore. Finora, però, il «diritto di aborto» (e di morire) uccideva i figli in realtà privati dei diritti sia collettivi sia individuali. Un altro esempio: i facsimili di matrimonio per le persone omosessuali, in netto contrasto con l'articolo 3 della Costituzione, creano palesi «distinzione di sesso [… e] di condizioni personali e sociali» tra i cittadini. Infine, per ora, anche il divorzio, considerato prima conquista di civiltà, scarica il peso della separazione dei genitori sui figli. Se, com'è noto, già quelli che adesso si chiamano «diritti civili» non sono altro che distorsioni giuridiche, figuriamoci i «diritti individuali» riconosciuti a uno e negati a un altro.C'è, infine, un altro aspetto da considerare e che fa arrabbiare gli abortisti: nell'aborto volontario è in ogni caso la madre che muore non fisicamente, ma come donna, come madre e come cittadina. Inoltre, l'aborto uccide l'idea stessa dei «diritti della persona» sui quali si fonda il diritto alla vita, il primo e fondante di ogni altro valore comune. Questa volta le morti fisiche sono state due. E nessuna delle due va dimenticata.LIBERE ESALAZIONISul solito Libero (ogni tanto anche dal buon gusto) la Firma cattolica che vorrebbe mettere il nostro Papa in difficoltà è sempre al lavoro. Domenica scorsa Libero si apriva con un grosso ed elegantissimo titolo: «Roma chiusa per cacca». E più in, inesorabile, campeggiava il titolo della citata Firma, che diceva: «Pellegrini in fuga da Papa e Giubileo». Sembrava per le mefitiche esalazioni dell'apertura, invece era il lezzo di falso che veniva dal suo articolo. Aveva stravolto la parabola del Figliol prodigo: Il padre non perdona il figlio che non lo chiede, ma è disposto a farlo fin da prima che si penta, lo ama anche quando pecca ed è pronto a perdonarlo se risponde al suo amore.