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Margherita d’Ungheria. Lontani dal mondo ma nel cuore dell’umanità

Matteo Liut giovedì 18 gennaio 2024
Il Vangelo non è mai fuga dal mondo, ma è sempre un percorso verso la profondità del cuore di Dio, un itinerario che alle volte può assumere il volto della radicalità e della vita ritirata. Ma anche chi vive “lontano dal mondo” è chiamato a farsi carico, con la preghiera e la cura dell’anima, delle sofferenze e delle attese dell’umanità. Ce lo ricorda bene la figura santa Margherita d’Ungheria. Nata nel 1242 e figlia di Bela IV, re d’Ungheria, fu condotta in tenera età al monastero delle Domenicane di Santa Maria nell’Isola delle Lepri sul Danubio presso Buda, fondato da suo padre. Qui emise la prima professione religiosa nel 1254 e i voti solenni nel 1261. Si faceva leggere le Sacre Scritture, in particolare la Passione, e aveva come guida spirituale il suo confessore, il domenicano Marcello, già Provinciale d’Ungheria. Si dedicò quindi a una vita d’intesa preghiera e di cura dei malati, sviluppando un profondo percorso spirituale ascetico ma intervenendo anche nelle questioni legate alla sua famiglia quando ce ne fu bisogno. Morì il 18 gennaio 1270 nel suo monastero ed è considerata una delle più grandi mistiche medievali d’Ungheria. La sua tomba divenne presto meta di pellegrinaggi, per cui nel 1271, con papa Gregorio X, si aprì subito il processo per la canonizzazione. Nel 1943 venne proclamata santa da Pio XII. Altri santi. Santa Prisca, martire (III sec.); beato Fazio di Cremona, laico (XIII sec.). Letture. Romano. 1Sam 18,6-9;19,1-7; Sal 55; Mc 3,7-12. Ambrosiano. Cattedra di San Pietro apostolo. 1Pt 1,1-7 o 1Pt 5,1-4; Sal 17 (18); Gal 1,15-19.2,1-2; Mt 16, 13-19. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata