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Libertà in pagina? Sì Ma con un po' di pudore

Gianni Gennari giovedì 30 gennaio 2003
Verità nei nomi. Se un giornale si chiama Libero", può fare come gli pare; non dare una notizia che gli altri danno, darne una che gli altri non danno e legare le due con un filo di malizia. Ieri su "Libero" nessuna traccia della relazione alla stampa del segretario della Cei, mons. Betori, sui lavori del Consiglio dei vescovi e sulla loro contrarietà, in linea con il Papa, alla guerra detta "preventiva". Niente. Freme per la guerra, "Libero" e cancella i vescovi. E di più. In prima pagina grande evidenza - e seguito a p. 5 - ecco un titolo: "Gesù all'Onu voterebbe guerra". Dunque: abbasso i vescovi! Viva Gesù! "Libero" ha ripreso la notizia dal "New York Times", su cui un buontempone di nome Joseph Leconte ha ricordato che anche Gesù si arrabbiava, minacciando punizioni e predicando la guerra al diavolo. Insomma: "i diavoli sulla terra vanno affrontati, non solo contenuti" e sopportati. È quindi "un grossolano errore" essere sempre per la pace. E fioccano, riprese da "Libero", le citazioni che questo Leconte riprende dal Vangelo: "Non sono venuto a portare la pace, ma la spada", per esempio. È un "Gesù interventista", chiamato "Leone della tribù di Giuda", quello che "giudica e conduce la guerra". Trionfale, l'articolo di "Libero", alla faccia del Papa e dei vescovi italiani e americani, sotto l'ala materno-paterna del NYT... Va bene? Liberi tutti, libero "Libero". Ma perché censurare la Cei? Mistero. A proposito di citazioni eccone due: "Giuda andò e si impiccò... Anche tu vai e fa' lo stesso!" Autentiche, ma messe insieme allegramente. Alla Leconte e alla "Libero". Va bene?