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Lea. La responsabilità di mettere a frutto i doni ricevuti

Matteo Liut venerdì 22 marzo 2019
Chi ha grandi doni nella vita ha la responsabilità di metterli a frutto per costruire il Regno di Dio in questo mondo. Così fece Lea, una nobile romana vissuta nel IV secolo rimasta vedova in giovane età; rifiutando il matrimonio con un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato, che poi sarebbe diventato console, decise di far parte della comunità femminile creata da un'altra nobile, Marcella, sull'Aventino, dove si viveva quasi un'esperienza monastica fatta di preghiera, studio delle Scritture, povertà e castità. Si trattava di un modo per allontanarsi dalla decadenza in cui versavano Roma e l'Impero. In una lettera inviata a Marcella san Girolamo parlò di Lea, che così ebbe la piena fiducia della “superiora”. Alla vedova, infatti, venne affidato il compito di formare le giovani “novizie”. Lea morì nell'anno 384.
Altri santi. San Benvenuto Scotivoli, vescovo (XIII sec.); beato Francesco Luigi Chartier, sacerdote e martire (1762-1794).
Letture. Gen 37,3-4.12-13.17-28; Sal 104; Mt 21,33-43.45.
Ambrosiano. Giorno aneucaristico.