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Le vere vite ritrovate di “Second chance”

Andrea Fagioli mercoledì 19 ottobre 2022
Quattro ritratti umani di persone unite da un passato tormentato, ma anche da una possibile rinascita. Sono storie di vita e di riscatto sociale quelle proposte dall'interessante documentario Second chance, raccontato da Cristiana Capotondi, scritto e diretto da Erika Brenna, da oggi disponibile in esclusiva streaming sulla piattaforma di Discovery+. Realizzato con il supporto di Cisco Italia e della Comunità di Sant'Egidio, Second Chance racconta due storie appartenenti alla realtà carceraria milanese di Bollate e due incentrate su vicende di emarginazione, esclusione e fuga dalla guerra. Luca è in carcere per omicidio, sta scontando la pena all'ergastolo, ma grazie alle competenze acquisite con il corso d'informatica può uscire per andare a lavorare. Lui stesso sceglie di farsi intervistare all'interno della chiesa di San Giovanni in Laterano a Milano: «Questa parrocchia – spiega – è diventata il mio ufficio». Anche Giulia, condannata per omicidio, grazie ai corsi di Cisco ha ritrovato fiducia nel futuro. Renato, invece, a causa del fallimento della propria attività era finito a vivere su una panchina in Trastevere. È stato salvato dalla Comunità di Sant'Egidio. «L'affetto che ho ricevuto e l'entusiasmo trasmesso – racconta – mi hanno dato la spinta per ricominciare». Anche Nour e Hasan, fuggiti dalla Siria con il piccolo figlio, hanno trovato un tetto a Roma grazie a Sant'Egidio. La Capotondi è precisa e partecipe nel fare le domande e nell'ascoltare le risposte. Ad integrare i colloqui alcune testimonianze tra cui quelle di don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria a Milano, e di Filippo Sbrana della Comunità di Sant'Egidio. Unico appunto per l'inutile titolo in inglese quando in italiano avevamo “Seconda possibilità” o ancora meglio “Seconda opportunità”.