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Le note di Haydn dirette da Muti adesso risuonano anche in Dvd

Andrea Milanesi domenica 9 febbraio 2003
Grandi capolavori dell'arte musicale di tutti i tempi, riproposti attraverso interpretazioni di assoluto riferimento e incorniciati da affascinanti gioielli dell'espressione figurativa: su questi elementi si fonda l'alchimia vincente della collana di Dvd-Video Musica nei luoghi d'arte (pubblicata da Musicom e in vendita solo attraverso prenotazione telefonica al numero 02.461525), un progetto pluriennale che prevede appunto la programmazione di alcuni concerti della Filarmonica della Scala diretti da Riccardo Muti e realizzati in ambiti di particolare interesse artistico. Dopo il primo numero (lo Stabat Mater di Pergolesi, con Barbara Frittoli e Anna Caterina Antonacci) e in attesa dell'imminente nuova uscita (il Salve Regina di Porpora e l'Exsultate, jubilate di Mozart, con Angelika Kirchschlager e Ruth Ziesak), ecco dunque il Dvd dedicato alla versione orchestrale delle Sette ultime Parole di Cristo in Croce, lavoro composto da Franz Joseph Haydn su invito di un canonico della cattedrale di Cadice per la Quaresima del 1786. Registrato nella Basilica di San Francesco ad Arezzo, in occasione del completamento dei restauri della Leggenda della vera Croce di Piero della Francesca, questo concerto/evento è stato riversato sullo speciale supporto Dvd Plus, che utilizza una facciata come traccia audio-video e l'altra come semplice compact disc audio, riproducibile su qualsiasi lettore cd tradizionale; la prima offre però alcuni bonus track (tra cui un prezioso documentario sugli affreschi e una puntuale guida all'ascolto) e la possibilità di seguire in contemporanea la partitura. La qualità delle riprese sembra così valorizzare ancor più il già alto livello di un'esecuzione vibrante e appassionata. L'ispirata lettura offerta da Muti e dalla compagine scaligera dipana infatti la scrittura oltremodo densa e serrata della partitura, mentre scorrono in sottofondo le immagini del ciclo pittorico di Piero della Francesca, corrispondenza simbolica con le "sette sonate" con cui Haydn ha inteso raffigurare le ultime parole del Redentore. Senza parole, paradossalmente, ma con la sola forza evocativa di un Suono che, affrancato dalla pura espressione vocale, spalancherà la musica di carattere sacro verso inediti orizzonti espressivi.