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Le melodie mistiche di Hildegard nella sua abbazia nove secoli dopo

Andrea Milanesi domenica 26 agosto 2007
Quando nel 1994 l'ensemble americano Sequentia pubblicò l'album Canticle of Ecstasy dedicato alle opere sacre di Hildegard von Bingen (1098-1179), si gridò al miracolo: più di mezzo milione di copie vendute, primo posto nelle vendite di dischi di musica antica di tutti i tempi e prima posizione assoluta nelle classifiche di musica classica in Francia e Australia. Il "fenomeno Hildegard", come venne allora chiamato, ha sollevato molte questioni nell'ambiente discografico mondiale, ma le risposte sono perlopiù sfuggite a qualsiasi logica di mercato: di certo rimane il fatto che le composizioni della Beata e mistica tedesca colpiscono subito per l'immediatezza e la profondità della loro ispirazione, frutti artistici di una devozione concretamente vissuta. Ed è proprio questo il valore aggiunto che rende unico e irripetibile il compact disc intitolato Ave Generosa, che raccoglie alcune sequenze, antifone, inni e responsori eseguiti dalla Schola e dal Coro della stessa abbazia di Eibingen in cui Hildegard ha trascorso gli ultimi anni della sua esistenza, alla luce di un'ideale continuità di immedesimazione con il suo carisma (cd pubblicato da Spirto gentil e distribuito da Universal). Un progetto di assoluto valore, ulteriormente impreziosito dai diversi contributi a corredo del booklet interno al disco, che riportano un illuminante testo introduttivo di don Luigi Giussani dedicato alla figura di Hildegard e alla centralità dell'esperienza monastica in pieno Medioevo, ma anche la testimonianza "vissuta" delle Trappiste di Valserena e due interessanti saggi storico-critici che pongono l'accento sullo stile altamente originale dei testi e delle composizioni della badessa, sulla ricchezza della sua personalità e sulla peculiarità di una concezione secondo cui la musica non riveste mai una funzione puramente ornamentale o didattica, ma rappresenta «la celebrazione dell'armonia ritrovata, cioè la lode a Dio». E così, senza alcuna pretesa artistica, compiacimento estetizzante o velleità commerciale, il canto delle monache benedettine di Eibingen, eredi spirituali di Hildegard, rispecchia una semplice dimensione quotidiana, che scandisce le ore di ogni singola giornata attraverso le melodie di una memoria che si fa preghiera.