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Le mele dell'albero della nonna

Pier Giorgio Liverani domenica 1 giugno 2003
Il mese scorso La Repubblica annunciava in prima pagina: «Ceneri al vento, adesso si può»: un progetto di legge della Regione Lombardia consentirà di «spargere nel mare, in cima al monte o custodire in giardino o in un appartamento» ciò che resta di un defunto cremato. Commenta bene Umberto Galimberti: «Un altro cedimento di quella dimensione comunitaria che nella tomba del cimitero trovava il suo luogo di memoria e di pietà collettiva». Ora Il Tempo (martedì 27) annuncia: «Dna umano negli alberi per ricordare i defunti». Potremo mangiare, per esempio, le mele della nonna. Invece l'Unità informa (lunedì 26) che con lo scimpanzé l'uomo «ha in comune il 99,4% del Dna» e che, di conseguenza, «qualcuno pensa di inserirlo nel genere Homo». E se inserissimo l'uomo nel genere Scimpanzé? TANATODETERMINAZIONE «L'eutanasia è una grande mistificazione», ha detto il ministro Sirchia. No, «è un concetto che coinvolge il libero arbitrio, il diritto di scegliere il nostro destino», gli ha replicato sul Corriere della sera (24 maggio) Margherita Hack. Gli astronomi vedono le stelle, ma a volte hanno la vista corta per le cose degli uomini: non ne vedono il limite. L'uomo ha tanto «diritto di scegliere il proprio destino» che la sua nascita dipende da altri, che basta un microscopico coronavirus per spedirlo all'altro mondo e che, quanto all'eutanasia, egli la reclama quando sente che la morte è già sulla soglia. Tutt'al più la si potrebbe considerare un'anticipazione o una fuga, ma come diritto di autodeterminazione è ben povera cosa. Che si sappia, c'è stato un solo uomo che ha vinto la morte, ma era Dio. EMBRIOCADAVERI? Sull'inserto del Sole 24 Ore (domenica 25) si discute circa la liceità dell'uso delle cellule staminali degli embrioni «sovrannumerari» conservati in frigo. Gli argomenti di chi vorrebbe servirsene per la ricerca sono quelli di sempre. Scrive Gilberto Corbellini: «Da una parte dei politici e bioeticisti cattolici» e con «argomenti inconsistenti» si «attribuisce a embrioni senza alcuna potenzialità di vita lo stesso valore morale delle vite umane esistenti e sofferenti». L'affermazione non soltanto contraddice quella, diffusa nei medesimi ambienti, che gli embrioni sono "vite potenziali", ma smentisce anche la disinvoltura di Corbellini, per il quale gli embrioni soprannumerari «di fatto sono cadaveri». Se lo fossero non potrebbero essere utilizzati, ma se li si definisce «cadaveri» vuol dire che prima erano uomini e non cose o parti anatomiche o animali. Ed è proprio la loro umanità l'argomento che, se non per sbaglio, Corbellini evita accuratamente. ... L'ASTROLOGO «Papa, attento a quella rosa», scrive Luciano Sampietro su Libero (sabato 24), spiegando che, «a ogni viaggio» del Papa, il suo pensiero «corre alla sinistra profezia» di sangue contenuta in un paio di quartine di quel simpaticone di Nostradamus, che anche da morto si diverte a spaventare i grulli. Scriveva le sue "sentenze", infatti, in modo che ne sia possibile qualunque interpretazione e che i menagrami possano "Liberamente" esercitare il loro pessimo gusto.