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Rebecca Ar-Rayes. La sofferenza che porta speranza

Matteo Liut sabato 23 marzo 2013
La sofferenza può essere uno strumento per annunciare una speranza più grande, quella che nasce dalla vicenda del Risorto. Ne è testimone santa Rebecca Ar-Rayes, religiosa libanese, nata a Himlaya (lo stesso villaggio di origine del cardinale Béchara Boutros Raï) nel 1832. Ebbe un'infanzia non facile e scelse la vita religiosa: nel 1853 entrò tra le suore Mariamât (Figlie di Maria) nel loro convento di Nostra Signora della Liberazione a Bifkaya. Catechista e insegnante nei villaggi di montagna, nel 1871, grazie a una visione, comprese di essere chiamata alla vita monastica. Entrata nel monastero di San Simeone, ad Aitou, fece la professione solenne nel 1872. Nel 1885, però, fu colpita dai dolori che l'accompagnarono fino alla morte, nel 1914. Un modo, diceva, per essere vicina alla Passione di Cristo.Altri santi. San Turibio de Mogrovejo, vescovo (1538-1606), san Giuseppe Oriol Boguna, sacerdote (1650-1702). Letture. Ez 37,21-28; Sal Ger 31,10-13; Gv 11,45-56. Ambrosiano. Dt 6, 4-9; Sal 77; Ef 6,10-19; Mt 11, 25-30 / Gv 2,13-22.