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La serenità di accontentarsi del poco, segreto di vita anche oggi

Maria Romana De Gasperi sabato 14 giugno 2014
Perché non racconti anche tu la cronaca di questi tempi, densa di avvenimenti negativi che riguardano personaggi della politica e dell'amministrazione statale?Perché le pagine dei giornali ne sono già piene e perché penso che abbiano tutti bisogno di sapere che il numero di persone di buona coscienza supera chi è caduto nell'inganno e nell'errore di credere che il male paghi e il bene sia di pochi illusi. Il male grida, ha voce forte; il bene spesso tace o parla piano. Abbiamo votato per chi ha promesso novità e pulizia, ora auguriamo alla nuova politica giovane di avere il coraggio dei primi uomini della nostra Repubblica, che nel dimettere i loro incarichi ministeriali avevano le tasche vuote come il primo giorno. E impariamo che per vivere meglio è necessario cercare il positivo nella vita che tutti costruiamo ora per ora.Nessuno ne resta fuori, nessuno può credersi innocente: la strada, il mercato, il collegio, la scuola, il negozio, il lavoro, anche il povero che dorme sulla panchina ha una parte di responsabilità. Chi molta, chi qualche briciola. Allora vi racconterò come la mia famiglia, che doveva vivere con poco, riusciva a mantenere serenità e dignità anche quando altri si sentivano depressi e poveri. La scuola a giugno era finita? Bene, diceva mio padre, domani con solo due ore di treno andremo a conoscere la terra degli antichi etruschi. La storia di questo popolo intelligente e capace d'arte ci apriva la mente più dell'offerta, che oggi si fa ai figli, di andare alla Seychelles per una settimana di vacanza.«Vorreste vedere Firenze? Allora quando prenderete il treno per il Trentino dove avrete le vostre vacanze, vi faccio un biglietto che vi permetterà di scendere per due ore a vedere Santa Maria Novella, piazza della Signoria, la cupola del Brunelleschi». Cosa possibile anche per le nostre scarse finanze, perché si risparmiava nell'acquistare un biglietto di terza classe, con i sedili di legno. Bellissimo quell'unico viaggio dell'anno quando i vagoni «correvano piano» passando le gallerie, le campagne, e finalmente ci offrivano la visione delle nostre montagne.La lettura dei tanti libri che lo zio – laureato a Vienna, ma costretto dal fascismo a vivere nel paese – ci lasciava a disposizione, faceva fiorire la nostra fantasia e la conoscenza di luoghi che avremmo incontrato molto più tardi. Oggi, quando siamo costretti a rispondere ai nostri figli negativamente, spostiamo i loro desideri su qualcosa che stimoli la fantasia e non solo su oggetti che non possiamo loro offrire. Sarà anche questo un modo per aiutare la politica nuova.