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Pentecoste. La prima espressione della «Chiesa in uscita»

Matteo Liut domenica 8 giugno 2014
La solennità che chiude il tempo liturgico di Pasqua apre una finestra particolare sulla dimensione della santità: è il dono dello Spirito che ci "abilita" e ci rende strumenti di Dio in mezzo agli uomini. L'album dei santi, d'altra parte, ricorda proprio la scena degli Apostoli che si mettono ad annunciare il Risorto in tutte le lingue. Anche i santi e i beati, infatti, sono tante voci che annunciano Cristo in una miriade di modi diversi in ogni epoca e in ogni luogo. Nella Pentecoste, insomma, si esprime al massimo quella universalità già prefigurata all'Epifania e indicata a ogni Battezzato come vocazione primaria. In altre parole chi ascolta lo Spirito Santo, amore che getta ponti e costruisce relazioni, è un tassello di quella "Chiesa in uscita" alla quale ci chiama con forza papa Francesco.Altri santi. San Gildardo di Rouen, vescovo (V-VI sec.); san Fortunato di Fano, vescovo (VI sec.). Letture. At 2,1-11; Sal 103; 1 Cor 12,3-7.12-13; Gv 20,19-23. Ambrosiano. At 2,1-11; Sal 103; 1 Cor 12,1-11; Gv 14,15-20.