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La nuova mobilità nel Paese dell'auto

Francesco Delzio sabato 18 settembre 2021
Con 646 auto ogni 1000 abitanti, l'Italia detiene oggi il record tra i principali Paesi europei per l'acquisto e l'utilizzo di automobili (e si colloca al secondo posto assoluto in Europa, preceduta solo dal Lussemburgo). Né le chiusure dei centri storici, né la diffusione dei servizi di sharing di auto, scooter e monopattini e neanche il boom delle biciclette, dunque, hanno inciso finora su questa antica passione degli italiani. In un simile contesto è ancora più importante l'adesione massiccia delle città italiane - ben 94 - alla European Mobility Week, la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, che si sta celebrando in questi giorni (dal 16 al 22 settembre) coinvolgendo ben 2638 città europee. L'iniziativa è intitolata quest'anno "Muoviti sostenibile… e in salute", perché promuove un connubio interessante tra mobilità green e miglioramento della salute dei cittadini europei. Garantire un efficiente sistema di trasporti green, infatti, aiuta chi vive in città a migliorare la qualità della vita e del lavoro e addirittura (secondo autorevoli studi) riduce la depressione e lo stress. I quartieri a misura di pedone permettono inoltre una maggiore interazione tra i vicini, accrescendo il senso di comunità.
La mobilità sostenibile in città è la principale frontiera su cui si combatte oggi la battaglia per il raggiungimento degli obiettivi green dell'Unione, a partire dalla "neutralità climatica" (emissioni zero di gas serra) entro il 2050 e dell'abbattimento delle emissioni nette di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990, da raggiungere entro il 2030. Per supportare le città nello sforzo di de-carbonizzazione, uno degli obiettivi dell'European Mobility Week 2021 è stata la promozione di una serie di buone pratiche adottate da alcune città-modello: come ad esempio l'innovativo progetto MORE per un nuovo design urbano capace di migliorare la qualità della vita in strada e di ridurre il predominio del traffico, che sarà testato in città come Budapest, Costanza e Lisbona, o come la "città dei 15 minuti" di Parigi o ancora come il cycle to work britannico per l'incentivazione dell'uso della bici per recarsi al lavoro.
L'Italia affronta questa complessa sfida con la dote "straordinaria" dei fondi del Next Generation EU - il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede quasi 35 miliardi di euro per la realizzazione di infrastrutture di mobilità sostenibile, il rafforzamento della mobilità ciclistica, lo sviluppo del trasporto pubblico locale, il rinnovo delle flotte di bus e treni verdi – e con la nuova impostazione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile: al nuovo nome è corrisposta sul piano operativo la creazione di un apposito Dipartimento. Ma è la presenza alla guida del Ministero di un "antesignano" dello sviluppo sostenibile come Enrico Giovannini, in realtà, la migliore garanzia della direzione di marcia.