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Cornelio e Cipriano. La misericordia vince la violenza

Matteo Liut domenica 16 settembre 2018
Un Papa misericordioso, che capiva il dramma di chi aveva commesso un errore, e un vescovo saggio, capace di non esporre la propria comunità alla violenza del mondo ma pronto a dare la propria vita per testimoniare il messaggio del Risorto. Oggi il Martirologio propone, con Cornelio e Cipriano, l'esempio di due pastori santi, che hanno lasciato il segno in un tempo in cui la persecuzione infuriava. Cipriano era nato a Cartagine forse nel 210 ed era pagano; convertitosi nel 245, nel 249 era vescovo della propria città. Nel 250 fuggì dalla persecuzione di Decio e guidò la comunità in clandestinità. Nel 251 la violenza si fermò e molti che avevano ceduto, negando la fede, volevano rientrare nella Chiesa: il nuovo Papa, Cornelio, di origini patrizie, era indulgente: con lui c'era Cipriano, ma contro di lui c'era Novaziano, che provocò uno scisma. Nel 253 si riaccese la persecuzione e il Pontefice fu tra i martiri; cinque anni dopo morì martire anche Cipriano.
Altri santi. Santa Ludmilla, martire (860-921); sant'Andrea Kim Taegon, sacerdote e martire (1821-1846).
Letture. Is 50,5-9; Sal 114; Giac 2,14-18; Mc 8,27-35.
Ambrosiano. Is 32,15-20; Sal 50; Rm 5,5b-11; Gv 3,1-13.