Rubriche

La grandezza di Messiaen organista nel «Libro del Santo Sacramento»

Andrea Milanesi domenica 21 novembre 2010
«Una musica vera, ovvero spirituale, una musica che sia atto di fede; una musica che tocchi tutti gli argomenti senza mai smettere di parlare di Dio; una musica originale, il cui linguaggio apra qualche porta, catturi qualche stella ancora lontana...». Non possono esistere dubbi sul modo totalizzante e unitario con cui Olivier Messiaen (1908-1992) ha investito il suo essere nel contempo uomo, artista e devoto credente: sul centro di un'identità sorprendente che lo ha spinto a vivere il suo mestiere di compositore come fosse un'autentica missione. A tale riguardo sarebbe sufficiente ricordare come non abbia mai abbandonato la carica di organista titolare presso la Chiesa della Sainte-Trinité di Parigi, assicurando ininterrottamente per ben cinquantacinque anni gli Uffici e le celebrazioni domenicali, accompagnando tre messe, i vespri e spesso, durante la settimana, funerali e matrimoni.
E proprio all'organo Messiaen ha dedicato alcune tra le pagine più preziose della sua ricca produzione; ultima in ordine di tempo (è stato completata nel 1984), ma al primo posto per dimensioni e vastità di concezione, il Livre du Saint-Sacrament è stato recentemente inciso su disco dall'americano Paul Jacobs (2 cd pubblicati da Naxos e distribuiti da Ducale).
Come tutte le opere concepite dal musicista francese per questo strumento, anche il "Libro del Santo Sacramento" presenta chiari riferimenti alla Bibbia e agli scritti dei Padri della Chiesa. La partitura si struttura in 18 movimenti, riuniti in tre gruppi tematici in base a un preciso programma teologico: ai primi quattro brani dedicati all'adorazione di Cristo presente nell'ostia consacrata fanno seguito sette episodi associati alla figura di Gesù e agli eventi miracolosi della sua esistenza, ai quali vengono infine associati altri sette pezzi che trovano riferimento nella transustanziazione e nell'esperienza liturgica dell'eucaristia.
L'organo s'impone qui come il mezzo privilegiato " lo strumento, appunto " in grado di tradurre in puro suono il senso di grandiosa potenza e la vertigine di stupore propri della sfera sacra; e l'ascolto di quest'opera, per quanto possa risultare impegnativo, ci offre in cambio il dono prezioso di un tempo dedicato alla pura meditazione.