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Proto e Giacinto. La forza del Vangelo per «sovvertire l'ordine»

Matteo Liut martedì 11 settembre 2018
Per le gerarchie e i "poteri forti" la fede cristiana è sempre stata un "pericolo", qualcosa che rischia di sovvertire le logiche del mondo e la storia dei due martiri Proto e Giacinto fa riflettere proprio sulla chiamata universale dell'amore di Dio, che supera ogni distinzione sociale. Per la tradizione questi due santi erano fratelli, anche se i dati biografici. La certezza sta nel loro martirio e nel culto antico: papa Damaso I nel IV secolo recuperò la loro tomba nella catacomba di Sant'Ermete e li onorò con alcuni versi scolpiti sulla pietra. La narrazione legata alla loro testimonianza parla di due schiavi eunuchi, che portarono alla fede i loro padroni e per questo pagarono con la vita a Roma forse nel III secolo. Il loro sacrificio ha attraversato i secoli e le loro reliquie ancora oggi ci ricordano che la "rivoluzione" cristiana parte dagli umili.
Altri santi. Sant'Elia Speleota, abate (863-960); san Giovanni Gabriele Perboyre, sacerdote e martire (1802-1840).
Letture. 1Cor 6,1-11; Sal 149; Lc 6,12-19.
Ambrosiano. 1Pt 3,8-17; Sal 33; Lc 17,3b-6.