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La fiction sulle donne verso un giusto flop

Andrea Fagioli venerdì 20 gennaio 2017
Se al peggio non c'è limite, è anche vero che al contrario non si può che migliorare. Lo auguriamo a Canale 5 che stasera dovrebbe proporre (se non decideranno diversamente) la seconda puntata della miniserie Il bello delle donne - Alcuni anni dopo. La prima è stata davvero di basso livello, da tutti i punti di vista: dalla sceneggiatura alla recitazione, tra situazioni imbarazzanti e volgarità. E pensare che c'era attesa per questo ritorno, dopo quattordici anni, della fiction con l'ambizione di raccontare l'universo femminile. Nemmeno a suo tempo, tra il 2001 e il 2003, c'era stato da entusiasmarsi. Tanti limiti erano apparsi evidenti anche allora. Ma quelle prime tre stagioni, sia pure diverse tra loro (toni drammatici all'inizio, da commedia alla fine), ottennero il consenso del pubblico. I telespettatori si appassionarono alle storie di donne, amiche, nemiche, madri, mogli e amanti che ruotavano attorno al negozio di parrucchiere per signore “Il Bello delle Donne” in quel di Orvieto. Adesso la scena si è spostata a Roma. La crisi economica ha imposto la chiusura del rinomato salone di bellezza della città umbra. Ma il titolare non si arrende e affronta la capitale in cerca di fortuna. Rinnovato quasi del tutto il cast. Tornano Massimo Bellinzoni nei panni di Luca, il parrucchiere amico delle donne, e Giuliana De Sio, la perfida e nevrotica Annalisa. Arrivano la parrucchiera borgatara interpreta da Manuela Arcuri, l'architetto Alessandra Martines, l'avvocato Lina Sastri, la moglie borghese Anna Galiena e la nonna Claudia Cardinale. Tra alcune di loro nasce un'amicizia determinata dall'essere state ingannate dallo stesso uomo. Per cui, tra storie d'amore (tale o presunto tale) e tradimenti, vien fuori soprattutto la solidarietà femminile, ma attraverso i singoli personaggi emergono anche omofobia, pregiudizi e razzismo. Nel genere spiccano il giovane sciupafemmine Sam e Lalla La Sciacalla (un nome, un programma). Il debutto ha registrato tre milioni di telespettatori con uno share del dodici per cento. Poca roba, da mettere in dubbio che si arrivi alla fine delle otto puntate previste. Sembra quasi che il pubblico abbia intuito i limiti di questo sequel il cui unico merito è la dedica a Virna Lisi, la Contessa Miranda Spadoni della vecchia serie, scomparsa nel 2014 poco prima dell'inizio delle riprese della nuova.