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La cancelliera, i sensi di colpa ed Eluana

Gianni Gennari giovedì 5 febbraio 2009
Ieri "Corsera" (p. 1), e su tutti i giornali: Angela Merkel cancelliera tedesca «critica il Papa» e vuole «chiarezza sul negazionismo». E tu pensi a vita, morte e complessi di colpa. Non c'è, al fondo, un senso di colpa tutto tedesco? Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, ha ricordato che il Papa è stato chiarissimo il 19 agosto 2005, visitando la Sinagoga di Colonia, e poi il 18 maggio 2006, in ginocchio ad Auschwitz-Birkenau, aggiungendo che «chi nega la Shoah nega la Croce di Cristo stesso». Dunque la Merkel esprime un reale «senso di colpa» dei tedeschi, ma cerca di buttarlo su altri: qui su Papa e Chiesa cattolica. Pensandoci trovo un nesso con la vicenda della povera Eluana. Il medico che per portarla alla morte l'ha prelevata dal suo lettino di malata accudita con amore dichiara a "Porta a Porta" che «Eluana è morta da 17 anni». Lo dice con forza, ma è un falso come l'accusa della Merkel. Serve a contrastare e mascherare i sensi di colpa? Mi pare di sì. E senza giudicare il cuore di nessuno, segue un altro pensiero. Quando tutto sarà finito, qualcuno dovrà stare vicino al papà di Eluana. I "compagni", che finora lo hanno spalleggiato nella scelta della morte, ottenuto il loro scopo di ideologi di una vera e propria eutanasia di Stato introdotta in Italia, se ne andranno. Loro senza alcun senso di colpa: missione politica compiuta. Allora chi amava davvero Eluana avrà modo, e tanto tempo, per ripensarci, e i sensi di colpa pesano. Sarà quello il momento di un'altra solidarietà, discreta, ma reale. Malpelo spera che sia tanta: in prima fila le suore di Lecco.