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La burocrazia gela l'impresa green

Andrea Zaghi sabato 17 luglio 2010
Due anni e mezzo. Tanto deve aspettare un giovane di belle speranze che voglia aprire un'impresa agricola. Francamente troppo. Talmente troppo da far pensare di essere davanti a una sparata giornalistica. Invece no, stando almeno a quanto rilevato dagli stessi coltivatori. È il segno che, se da una parte la nostra agricoltura guadagna punti in qualità e salubrità, dall'altra perde tutto in lentezza, farraginosità, burocrazia e concorrenza sleale.
Il dato sorprendente arriva dalla Coldiretti che ha calcolato " in occasione del Premio Oscar Green 2010 sull'innovazione in agricoltura " quanto di fatto pesano le pastoie burocratiche sulle nuove imprese, soprattutto quelle con a capo un giovane. Secondo le indagini che sono state svolte, 4 giovani su dieci indicano le lungaggini nell'esame e nella predisposizione di domande e documenti come il principale problema del settore agricolo. Un giovane che volesse oggi dare vita a un'impresa agricola usufruendo degli strumenti messi a disposizione dalla politica di sviluppo rurale, impiega in media un periodo pari a due anni e mezzo. Ma come mai accadono fatti di questo genere? Basta andare a guardare nel dettaglio. Soltanto l'apertura della partita Iva e l'iscrizione al registro delle imprese e all'Inps portano via un totale di 13 giorni. Nulla in confronto al resto. I bandi dei Piani di sviluppo rurale (Psr) per l'insediamento dei giovani in agricoltura, escono solitamente dopo 120 giorni dall'approvazione dei Psr stessi (che da parte loro spesso soffrono di un cammino politico accidentato e incerto). Passato questo periodo, è possibile presentare la domanda, che impiega però 60 giorni per essere recepita, più altri 260 perché venga completata l'istruttoria. Il decreto che dà il via libera materiale alle misure per l'insediamento dei giovani " rileva ancora la Coldiretti ", viene in genere emesso dopo circa un anno, e altri 90 giorni serviranno per accedere al credito. Se si è sopravvissuti a questa trafila, occorre poi mettere in conto altri 18 mesi per avviare e ultimare gli investimenti.
Eppure, in molti ci riescono (a sopravvivere). In Italia " ha fatto sempre notare l'organizzazione agricola " sono infatti quasi centomila i giovani sotto i 35 anni che hanno scelto di fare l'agricoltore. E ovviamente si tratta di aziende d'avanguardia. Sono imprese con una superficie superiore di oltre il 54% alla media (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Sarebbero proprio queste le attività di incentivare e favorire: creano lavoro ed eccellenza. Proprio questa tipologia d'impresa però, soffre, più di altre, di forti difficoltà per acquistare la terra: solo nel 54% dei casi, infatti, si tratta di fondi in proprietà rispetto al 74% della media nazionale.
Insomma, l'agricoltura italiana è di quelle da far invidia a molti. Peccato che si diventi vecchi prima di arrivare ad avviare un'attività seria in questo comparto.