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La buona solitudine per fare il tagliando all'anima

Marco Voleri giovedì 18 gennaio 2018

Primo pomeriggio, esterno giorno di un gennaio insolitamente mite. Mi metto le scarpe da tennis ed esco di casa, ho deciso di raggiungere a piedi l'officina che ospita la mia automobile per il tagliando annuale. Invece di farmi accompagnare o salire sull'autobus ho pensato che sarebbe stato bello fare sette chilometri e attraversare un pezzo di città.
Comincio il tragitto con calma. Lascio il cellulare senza suoneria: il percorso diventa, come per magìa, un viaggio nelle emozioni di un tempo. Passando dal negozio dove compravo la merenda prima di andare a scuola, o dal barbiere dove mi portava la mamma quando ero piccolo. Emozioni e silenzio. Semafori e persone che mi sfrecciano accanto, quasi tutte attaccate al telefono. Mi fermo a metà strada, ho sete. Entro in un bar della periferia. La barista mi saluta con un sorriso accennato. Alcuni avventori sono intenti a giocare alle slot machine. Altri escono, senza mai guardare la barista negli occhi. Attimi di solitudine, in una moltitudine di genti. Verso coloro che nella vita scelgono di essere soli esiste una lunga tradizione di sospetto e diffidenza. «La solitudine produce ignoranza, nutre la vendetta, ci predispone all'invidia», scriveva John Evelyn nel 1667, in una parodia dell'eccesso di paura che la cultura della sua epoca provava verso gli uomini volutamente solitari. Continuo la mia passeggiata, silente. Arrivo a un passaggio a livello, e scopro che non c'è più: è stato chiuso, adesso c'è un sottopassaggio pedonale.
La solitudine, in un mondo frenetico e fatto di continui input quotidiani, può essere anche un momento per rigenerarsi, ascoltarsi, addirittura sorprendersi. Può essere anche la presa di coscienza del fatto che ha poco a che fare con l'isolamento fisico ma molto di più con la descrizione di un'emozione dolorosa.
Arrivo all'officina, come rigenerato. Sono stato solo con me stesso. Ma mi sono vissuto e ascoltato. Il tagliando della mia auto è diventato, in una camminata, anche quello della mia anima.