L'uomo tra religione e fede: quella felice spinta in avanti
Leggo, e trovo una spinta prodigiosa a ricordare la differenza tra “fede” e “religione”. La fede nuova da Abramo in poi rovescia ogni scambio: il Dio rivelato a lui, e per noi fino a Gesù, Emanuele, Dio con noi, non chiede sacrifici, ma offre sé stesso, Lui, unico dono fatto a noi in cammino nella storia. Così già sant'Agostino: «Quello che Dio non ha chiesto ad Abramo lo ha fatto lui per noi: sul monte e sul legno». È “la” luce che cambia tutto. Nessuna religione di scambio, ove l'uomo chiedendo crede di innalzarsi fino a rubare i suoi poteri alla divinità che resta muta come gli idoli, ma è Dio stesso che si abbassa e chiede di essere riconosciuto nella sua “immagine somigliantissima” che è il prossimo, sempre “povero” perché creatura, in basso, ma raggiunto da Dio rivelatosi «Amore, la cui proprietà è nell'abbassarsi», come mostra la kenosi dell'Incarnazione (Fil 2).
Grazie a Bruni! Una spinta feconda.