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L'olio italiano verso un'annata molto abbondante e chiede «più difese»

Andrea Zaghi domenica 15 ottobre 2017
Olio d'oliva come ricchezza d'Italia. Patrimonio di secoli. Tesoro culturale prima ancora che economico, quello oleicolo è un settore che vive un'epoca di alti e bassi e che deve fare i conti con una concorrenza non sempre leale e comunque accesissima anche all'interno stesso dell'Europa. Prodotto unico, l'olio di oliva (extravergine), italiano va conosciuto meglio per essere difeso di più.
È quello che ha certamente pensato l'associazione Città dell'Olio che a fine mese (domenica 29 ottobre), ha organizzato la prima giornata nazionale "Camminata tra gli Olivi". Un evento mai sperimentato in Italia: nelle stesse ore, in oltre 121 Comuni appartenenti a 18 Regioni, sarà possibile visitare gli oliveti accompagnati da tecnici dei frantoi e agronomi per capire di più e meglio di questo prodotto. Ogni Comune ha selezionato un tragitto tra gli olivi con caratteristiche uniche dal punto di vista storico e ambientale, che si conclude in un frantoio, un'azienda olivicola o un palazzo storico dove verranno svolte delle sessioni di assaggio. Economia e storia, dunque, ma anche tradizione e cultura del territorio, in un connubio che, come si è detto sopra, ha l'obiettivo di fare capire di più questo prodotto per consentirne anche una migliore valorizzazione e quindi una più forte difesa.
E della necessità per l'olio di oliva italiano di essere difeso a spada tratta, ne sono ormai convinti tutti. La campagna 2016/2017 è stata archiviata come la peggiore degli ultimi decenni. Secondo l'Ismea la produzione si è attestata a 182mila tonnellate (-62% rispetto all'annata precedente). Un tracollo che si è riflesso sul mercato. La scarsa produzione ha condizionato notevolmente sia gli scambi interni, con prezzi all'origine dell'extravergine che, in alcuni periodi, hanno superato i 6 euro/kg, come media nazionale, sia quelli con l'estero, che nei primi quattro mesi del 2017 hanno registrato una flessione del 19% dei volumi esportati e un contemporaneo incremento del 20% degli acquisti, soprattutto di olio di provenienza spagnola. Certo, adesso occorre vedere come si evolverà la campagna di raccolta 2017/18 che si prospetta più abbondante di quella precedente. Stando ai dati Ismea-Fooi (Filiera olivicola olearia italiana), appena comunicati al Comitato Olivicolo Internazionale, si dovrebbero raggiungere le 320mila tonnellate di prodotto (+175% rispetto alla campagna precedente). Fra i produttori prende corpo una cauto ottimismo, ha «piovuto giusto» dicono. Ma l'obiettivo non cambia: difendere l'olio di oliva come componente essenziale per l'economia agroalimentare, oltre che per la cultura produttiva nazionale.