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L'Italia marcia verso le "pari opportunità digitali"?

Francesco Delzio sabato 17 aprile 2021
Èpossibile immaginare un futuro prossimo in cui tutti gli italiani abbiano "pari opportunità digitali"? Il quesito è oggi di stringente attualità, poiché il digital divide ha spaccato in due gli italiani durante la battaglia contro la pandemia: da una parte gli abitanti delle grandi città del CentroNord - che in maggioranza hanno potuto lavorare o formarsi a distanza senza difficoltà tecniche grazie all'Internet veloce garantito dai servizi di banda ultralarga - dall'altra parte i cittadini del Mezzogiorno e di gran parte della provincia italiana, che hanno dovuto lottare contro connessioni lente e inadeguate o addirittura sono stati tagliati fuori dal mondo digitale. Secondo il Digital Economy and Society Index (Desi) stilato dalla Commissione europea, l'Italia è in ritardo rispetto ai partners dell'Unione: oggi siamo al 17esimo posto tra i Paesi UE per connettività, con una copertura FTTH ("Fiber To The Home", la fibra ottica fino alla porta di casa) al 30% in termini di unità immobiliari cablate. Il nostro Paese sconta, sotto questo profilo, la distribuzione della popolazione su ben 8.000 Comuni (mentre nei principali Paesi europei la popolazione è più concentrata nelle grandi e medie città): ciò determina una disparità evidente a danno di chi vive in aree meno abitate o più povere, penalizzato dalle legittime scelte di mercato degli operatori di rete che indirizzano gli investimenti per portare la fibra verso le aree in grado di garantire ritorni adeguati. Colmare questo squilibrio è oggi una necessità assoluta: la connessione veloce al mondo digitale è un nuovo "diritto universale" da garantire a tutti i cittadini. In quest'ottica il ministro dell'Innovazione e della Transizione digitale, Vittorio Colao, durante un'audizione in Commissione Trasporti alla Camera sulle strategie del nuovo dicastero da lui guidato, ha fatto un annuncio molto importante: entro 5 anni tutti gli italiani potranno avere nelle loro case la possibilità di accesso alla fibra, che mediante la banda ultralarga garantisce l'Internet veloce. L'obiettivo dovrebbe essere raggiunto grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l'applicazione italiana del Next Generation EU: il Governo italiano intende alzare a circa 6,7 miliardi i fondi per la promozione dello sviluppo di reti a banda larga, 5G e satellitari (rispetto ai 4,2 miliardi previsti nella bozza iniziale). Queste risorse serviranno a raggiungere anche un altro target che inciderà profondamente sulla vita degli italiani: entro il 2026, secondo Colao, almeno l'80% dei servizi pubblici dovrà essere erogato online.
Si tratta di obiettivi particolarmente ambiziosi e complessi, che potranno essere raggiunti solo con un ruolo molto attivo dello Stato. Come incentivatore di investimenti privati, imprenditore diretto, investitore o semplice regolatore? Al quesito, cruciale, non c'è ancora una risposta definita. Non sarà una scelta facile.
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