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L'Inps attende i «senza albo»

Vittorio Spinelli martedì 13 ottobre 2009
Si aggira fra i meandri della burocrazia un agguerrito esercito di 3 milioni e 700mila lavoratori autonomi, ben conosciuti dal fisco ma solo alcuni dalla previdenza, che premono per il riconoscimento pubblico della professione o per la costituzione dell'Ordine di categoria, inseguendo nello stesso tempo un migliore futuro previdenziale. Tributaristi, sommelier, buttafuori, amministratori di condominio, informatici, osteopati, mediatrici familiari e molti altri professionisti di fatto, spiccano in una variegata lista di attività non regolamentate, specchio di nuovi settori di mercato in rapido sviluppo ma anche di antica tradizione. Sotto l'ombrello della recente direttiva Ue n. 36 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, molte delle associazioni private che li rappresentano fanno da quest'anno anticamera al Cnel in attesa di un parere positivo, fondamentale per l'autonomia giuridica della categoria. Una recente indagine del Colap, il coordinamento delle libere associazioni professionali, ha stimato che i professionisti già assicurati ad una cassa previdenziale di categoria assorbono il 34% dell'intero settore delle professioni, restando il residuo 66% privo di un proprio Ordine professionale. Altre stime dell'indagine, tutte al ribasso, individuano in circa 100 miliardi di euro l'apporto all'economia nazionale delle professioni non regolamentate.
Esperti contabili. Nel panorama delle professioni si segnalano, in particolare, gli esperti contabili, coinvolti in un increscioso vuoto legislativo. Alla nascita del nuovo "Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili" la legge non ha indicato la previdenza alla quale iscrivere gli esperti. Nel disaccordo fra le Casse di riferimento (commercialisti e ragionieri) l'Inps potrebbe fare ora il terzo incomodo.
Gestione Inps. Il riconoscimento pubblico alle nuove professioni apre automaticamente le porte della Gestione separata dell'Inps che, accanto ai collaboratori, assicura
i liberi professionisti senza una propria cassa di previdenza. Ai nuovi assicurati nella Gestione separata si applica un contributo previdenziale del 17%, del reddito professionale, se risultano assicurati presso altre forme di previdenza obbligatorie, che sale al 25,72% se non sono iscritti ad altra previdenza obbligatoria.
In particolare, i lavoratori parasubordinati hanno la facoltà di riscattare i periodi di lavoro svolti per collaborazioni, precedentemente al 1° gennaio 1996, data di inizio della Gestione separata. Analogamente, i liberi professionisti senza cassa di previdenza possono riscattare fino a 5 anni i periodi di attività professionale, anteriori al 1996, risultanti da documenti di data certa, come dichiarazioni dei redditi, contratti ecc. (oppure certificati di data attuale solo se rilasciati da una pubblica amministrazione) e non coperti da altre forme assicurative. L'onere del riscatto è a completo carico dell'interessato.