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L'impossibile «conto» dell'Inps

Vittorio Spinelli giovedì 31 marzo 2005
Secondo le cifre ufficiali, l'Inps vanta la gestione previdenziale di 19 milioni di assicurati. Di questi oltre 20 mila sono i sacerdoti regolarmente iscritti al Fondo di previdenza per il clero. Ma per il grande ente previdenziale i 20 mila ministri di culto potrebbero anche non essere suoi assicurati. Semplicemente, non esistono. Lo si deduce dal messaggio n. 12853 del 23 marzo scorso, con il quale l'Istituto annuncia la conclusione delle spedizioni dell'estratto contributivo a tutte le categorie di assicurati. L'invio a tappeto dell'estratto conto dei contributi previdenziali registrati per ciascuno dei 19 milioni di lavoratori è un'operazione prevista dalla legge (due precedenti emissioni risalgono agli anni '80 e '90). L'attuale consegna è iniziata nel maggio 2003 e, secondo il programma ufficiale, doveva concludersi per scaglioni entro il mese di febbraio 2004. Difficoltà tecniche ed organizzative hanno poi rinviato la conclusione ad oggi. Il messaggio dell'Inps indica che le ultime spedizioni riguardano i lavoratori agricoli, i dipendenti delle "Ferrovie spa" e i dirigenti di aziende industriali (da poco assorbiti dall'Inps) e, per le esigenze del bilinguismo, tutte le categorie di lavoratori residenti nella provincia autonoma di Bolzano. Nessun accenno, nessuna precisazione per i ministri di culto. Assolutamente scomparsi. Il silenzio dell'Inps rasenta una grave omissione di atti di ufficio, anche considerando che i ministri di culto, nel corso della loro vita previdenziale, non hanno mai ricevuto un qualsiasi estratto di contributi, nemmeno nelle spedizioni a tappeto degli anni 80 e 90. Prescrizione dei contributi. L'omissione dell'Inps può apportare gravi danni alla pensione del sacerdote nel caso in cui emergano mancanze di contributi o altre inesattezze.
Di regola ogni assicurato, esaminando il proprio estratto, può segnalare all'ente di previdenza le correzioni ritenute necessarie per l'esattezza della propria posizione assicurativa, rispettando tuttavia il termine di prescrizione di cinque anni, così stabiliti con la legge 335/1995. Per mettersi al riparo da possibili contestazioni sui dati dell'estratto conto e per favorire l'assicurato, l'Inps ha ottenuto dal Parlamento una sospensione della prescrizione di 18 mesi per ogni singolo anno contributivo a partire dall'anno 1998. La possibilità di intervenire sui contributi di tale anno è quindi scaduta il 30 giugno 2004 (invece che il 31 dicembre 2002). La prescrizione per l'anno 1999 scadrà il 30 giugno 2005, l'anno 2000 il 30 giugno 2006 e così via. Oggi quindi, nonostante la sospensione eccezionale della prescrizione, è già stata sottratta ai sacerdoti la possibilità di intervenire sui dati dell'anno 1998, mentre è già in vista la prescrizione per l'anno 1999. Nella malaugurata ipotesi di "buchi" contributivi relativi a queste e alle successive annate, chi pagherà i danni sulle pensioni del clero?