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L'imbecillità

Andrea Pedrinelli mercoledì 4 settembre 2019
Tra gli scrittori capaci di scrivere importanti testi di canzone, si staglia la figura di Umberto Simonetta: romanziere inventivo, critico teatrale arguto, padre delle più famose parole cantate dal primo Gaber negli anni Sessanta del secolo scorso. E fu ancora Simonetta che nel 1994, col Signor G, scrisse un testo che purtroppo però si può ascoltare solo nella sua sede, a teatro, quando viene di nuovo messo in scena lo spettacolo che lo contiene: «Ne ho mangiata troppa». Ma vale la pena, almeno, rileggerlo insieme… «Fossi nato figlio di qualcuno o almeno un po' più scemo, più di quel che sono: anch'io sono scemo, ma non abbastanza! L'imbecillità è un dono riservato ai prediletti: poveri di spirito, ricchissimi di preconcetti… Fossi nato con un cervellone, sarei spacciato per definizione! Il mondo è favorevole a chi è fuori di testa, l'imbecillità è un'arma vincente: lo testimonia la storia recente! …Io vado a mille, faccio scintille, sono imbecille! Io vado a mille, faccio scintille, sono imbecille! Io vado a mille, faccio scintille, sono…». Beh, che ne dite? Capite perché a più d'uno è venuto un serio, serissimo dubbio: ma Simonetta aveva conosciuto in anticipo certi conduttori tv, opinionisti e cosiddetti "influencer" del 2019?