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L'ignoranza divide La cultura è condivisione

Marco Voleri giovedì 27 giugno 2019
In un giorno come tanti, l'ignoranza e la cultura si incontrarono al parco con i propri cani per un giro. «Bella giornata eh?», disse la cultura all'ignoranza con un sorriso pieno di educazione e garbo. «Se lo dice lei… a me pare uno schifo, con tutti i grilli che continuano a fare questo rumore fastidioso poi!». L'ignoranza continuò con un monologo – non richiesto – pieno di argomenti diversi, ammassati sulle panchine verdi del parco come fossero scatoloni da non aprire. Come se potesse bastare osservarli dall'esterno per poterli trattare, giudicare, tingendoli di luoghi comuni e di sentito dire. La cultura, silente e impietrita, salutò cordialmente con la mano e proseguì il giro. Con il termine ignoranza, tendenzialmente, si intende una mancanza di conoscenza su un determinato argomento. Di conseguenza siamo tutti ignoranti in qualcosa, visto che è impossibile sapere tutto.
Ignorare determinate cose volutamente non ci facilita la vita: ignorare i propri doveri non ci mette al riparo da certe responsabilità, così come ignorare la legge non ci solleva dal doverla rispettare. Il vero problema è infatti avere la presunzione di sapere tutto, smettendo di imparare cose nuove.
In questo il sapere di non sapere (Socrate dixit) ci regala una grande opportunità: la voglia di imparare sempre qualcosa di nuovo, essendo consapevoli di avere davanti a noi ogni giorno una prateria che di fatto è un mondo sconosciuto da esplorare. Vent'anni fa presi in mano un libro di Andrea Camilleri e lessi le prime dieci pagine. «In quale lingua è scritto? Non si capisce niente!», pensai. Lo posai sul comodino, ero in vacanza in Sardegna. La mattina successiva lo riaprii e in un'ora me ne innamorai, leggendo tutti i racconti di Montalbano che sarebbero usciti negli anni seguenti.
I personaggi che parlavano quella strana lingua sono diventati quasi dei parenti. Perché la cultura è condivisione, umiltà, umanità. Tutto quello che l'ignoranza divide, la cultura unisce e riconcilia. Con un cordiale saluto a chi, rozzamente, scrive a caratteri cubitali il contrario.