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L'estro di Bossi riscrive coi colori dell'organo la «Passione secondo san Marco» di Perosi

Andrea Milanesi domenica 22 marzo 2009
Se c'è un musicista che più di ogni altro ha contribuito alla riscoperta e alla divulgazione dell'opera di Lorenzo Perosi (1872-1956) questi è sicuramente Arturo Sacchetti; nella molteplice veste di organista, direttore d'orchestra e di guida appassionata delle linee artistiche del festival Perosiana " la manifestazione che da oltre dieci anni la città di Tortona dedica al suo «amato figlio» " ma anche nel ruolo di fine interprete, come testimonia la recente pubblicazione di un progetto discografico registrato nel 1984 e dedicato al repertorio organistico "di" e "intorno a" Perosi (cd pubblicato da Bongiovanni e distribuito da Jupiter).
Nell'interessante saggio di carattere storico e musicologico inserito all'interno del libretto allegato al compact disc " intitolato Lorenzo Perosi "visto" da Marco Enrico Bossi e la sua creatività ispirata al canto gregoriano " Sacchetti si sofferma sulla nascita e sugli sviluppi iniziali di alcuni dei tratti peculiari che caratterizzano la traiettoria creativa del compositore e sacerdote piemontese, già maestro di cappella nella Basilica di San Marco a Venezia e poi «maestro perpetuo» presso la Cappella Sistina, il coro riservato alle funzioni papali, in Vaticano: «Le radici musicali di Lorenzo Perosi affondano, sin dai primi approcci, negli strumenti a tastiera: essi furono i primi confidenti, testimoni involontari di un fenomeno musicale, primi mezzi espressivi per tradurre l'istinto di un genio dal quale la sensibilità per l'arte dei suoni sgorgava con l'irruenza di una cascata"».
Ecco dunque che al fianco di brevi pagine organistiche tratte dalla Missa de Beata, dai Trii e dalle Meditazioni sopra Corali, Arturo Sacchetti affianca la «riduzione» della perosiana Passione di Cristo secondo San Marco (1897) approntata dall'amico e collega Marco Enrico Bossi (1861-1925), il più importante organista italiano delle sua epoca. Filtrate dalla sensibilità di quest'ultimo e dal suo mestiere di eccellente compositore ed esecutore, la selezione di brani desunti dalle tre sezioni dell'oratorio " La Cena del Signore, L'Orazione al Monte e La morte del Redentore ", originariamente scritti per orchestra di grande organico, coro e solisti, si arricchiscono così di un nuovo linguaggio che, pur non potendo contare sulla forza comunicativa diretta del testo evangelico, trova un'adeguata traduzione sonora e spirituale nell'inesauribile tavolozza timbrica ed espressiva del «re degli strumenti».