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L'esempio virtuoso della filiera del grano

Andrea Zaghi domenica 2 agosto 2020
Non c'è dubbio, l'agricoltura è l'unico comparto che ancora oggi, nonostante la digitalizzazione e la "messa in rete" di ogni informazione, deve ancora fare i conti con le bizze del clima e dell'ambiente in generale. Quella stessa agricoltura che appare, per fortuna, ancora così legata alla natura, può trarre però grandi vantaggi proprio dalle tecnologie più innovative, oltre che dalla capacità di collaborare di più soggetti della filiera agroalimentare. È il caso del comparto del grano duro che è riuscito a dare vita non solo ad una filiera di gran pregio, ma anche ad un sistema di controllo delle produzioni in tempo reale che consente così un migliore affinamento della qualità oltre che un forte controllo dei costi e della remuneratività degli investimenti. Dietro a tutto questo, sono le organizzazioni firmatarie del protocollo d'intesa "Filiera grano duro-pasta di Qualità" e cioè Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Assosementi, Cia-Agricoltori Italiani, COMPAG, Confagricoltura, Copagri - Confederazione Produttori Agricoli, ITALMOPA - Associazione Industriali Mugnai d'Italia e i pastai di Unione Italiana Food. Ogni "attore" della filiera, insieme all'Università degli Studi della Tuscia, ha reso possibile la restituzione di uno spaccato territoriale dei risultati della campagna granaria 2020, disponibile e aggiornato in tempo reale – indicato con il nome "FRUCLASS" –, che ha permesso di raccogliere e analizzare dati di quantità e qualità del grano stoccato in 19 province situate lungo tutta la Penisola. Ad essere interessate sono Puglia, Marche, Lazio, Umbria, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto, dove operano i centri di stoccaggio coinvolti nelle attività di rilevazione e trasmissione dati. Tutto è quindi confluito in un sito internet che ha raccolto i dati di più di 10mila conferimenti per oltre 150mila tonnellate raccolte in 40 differenti centri di ritiro. Registrandosi al sito ogni utente potrà conoscere il numero di rilevazioni e relative tonnellate, i valori medi di grado proteico e peso specifico e le tonnellate che presentano valori di proteina e peso specifico (cioè i due parametri cruciali per la pasta), uguali o superiori alle rispettive soglie di 13% e 78 kg/hl (il peso ettolitrico). I risultati completi si avranno a fine annata, ma già adesso le indicazioni sono buone. Ciò che più conta, tuttavia, è il metodo che è stato costruito e messo in pratica: grande sapienza e collaborazione produttiva unite al meglio della tecnologia digitale.