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L'armonia del paradiso terrestre nella vibrante «Creazione» di Haydn

Andrea Milanesi domenica 11 luglio 2004
Al pari di Michelangelo di fronte alle pareti nude della Cappella Sistina, quando Franz Joseph Haydn si trovò davanti ai fogli vuoti sopra cui aveva scritto solo il titolo del suo nuovo oratorio, La creazione, fu colto nel profondo dell'animo da un senso di vertigine: non doveva affrontare solamente il consueto compito di affidare al pentagramma il proprio pensiero musicale, ma rievocare il primordiale atto generativo da cui tutto è stato originato, paradigma assoluto dello stesso gesto creativo a cui era chiamato in veste di artista. La sfida si rivelò oltremodo stimolante e il compositore austriaco, a quel tempo (1798) sessantaseienne, diede vita a uno dei suoi massimi capolavori. Del libretto si occupò il barone Gottfried van Swieten - facendo riferimento al Libro della Genesi, a quello dei Salmi e al Paradise Lost di Milton - mentre la struttura formale venne forgiata da Haydn su quella del teatro d'opera, con i suoi «numeri» caratteristici (recitativi, arie, pezzi d'insieme e cori). Ne nacque così una partitura di ampia concezione, ricca di spunti narrativi e descrittivi, simbolici e filosofici, lirici e contemplativi, che ripercorre le sei giornate della Creazione e descrive la vita nel giardino dell'Eden. Un monumento musicale, scelto dal direttore Nikolaus Harnoncourt per celebrare il cinquantesimo compleanno del «suo» Concentus Musicus Wien, la compagine strumentale con cui ha affrontato da protagonista il repertorio della cosiddetta musica antica attraverso il recupero di prassi esecutive d'epoca e l'utilizzo di strumenti originali; in un concerto commemorativo - insieme con l'Arnold Schönberg Chor e una valida compagnia di solisti - da cui è stato realizzato ora un doppio cd (pubblicato da Deutsche Harmonia Mundi e distribuito da BMG). E la Creazione haydniana rivive qui attraverso una lettura condotta da Harnoncourt con esemplare tensione lungo l'arco dell'intero lavoro: dalla vibrante trepidazione con cui viene plasmata la massa sonora che rappresenta il Caos fino all'irrompere del primo fascio di luce, dal toccante duetto d'amore di Adamo ed Eva all'inno di lode e ringraziamento rivolto al Creatore. Perché, finalmente, «la magnifica opera è stata compiuta» e «la gloria del Signore rimarrà in eterno».