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L'Arena di Amadeus pop e giovanilismo

Andrea Fagioli martedì 28 settembre 2021
Non c'è discussione: siamo un popolo che non accetta d'invecchiare. Del resto le aspettative di vita sono aumentate, anche se il Covid le ha ridotte e non di poco. Ma non sembriamo farci caso quando ci ritroviamo davanti alla tv a vedere il sabato su Rai 1 Arena '60 '70 '80. Che poi, causa invadenza dello sponsor in una tv pubblica sostenuta dal canone, dobbiamo obbligatoriamente indicare come Arena Suzuki '60 '70 '80. A parte questo, di fronte allo show condotto da Amadeus, che avrà anche una seconda parte sabato prossimo, più che di tv della nostalgia (visti i decenni canori di riferimento) bisogna cominciare a parlare di tv del giovanilismo esasperato. Il conduttore, anche lui non proprio di primo pelo, continuava a ripetere che eravamo di fronte alla più grande discoteca d'Europa invitando tutti a ballare, anche i telespettatori a casa. Intanto, molti di quelli che ballonzolavano sulle gradinate dell'Arena di Verona, inquadrati dalle telecamere, avevano i capelli bianchi e si dimenavano (non più di tanto vista l'età) sulle note (molte in playback) di cantanti ultrasettantenni e ultraottantenni tirati, rassodati o camuffati alla meglio. Stratagemmi che comunque non aiutano a sembrare più giovani, anzi: qualcuno di loro sarebbe senz'altro meglio se decidesse di presentarsi con le sembianze naturali. Se un cantante è bravo, è bravo e basta. E molti di coloro che si sono alternati sul palco lo sono, così come molte delle loro canzoni sono intramontabili. Ma allora, perché non accettare l'età? Ci chiediamo anche perché se è in programma una prima serata condotta da Amadeus si debba mandare ugualmente in onda I soliti ignoti con il presentatore (con tanto di giacca uguale a quella che avrà dopo) che alla fine fa finta di andarsene di corsa all'Arena. Viene il dubbio se questo venga fatto per scherzare con il pubblico o perché si pensa che qualcuno ci possa credere davvero?