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L'altra Calciopoli, col fischio

Italo Cucci venerdì 8 maggio 2009
Mi dispiace per Michel Platini, prima grande giocatore, poi promettente dirigente. Mi dispiace perché questo "promettente" finisce per avere il significato più banale: Michel ha promesso e promette tante novità e riforme, ma alla luce dei fatti, non c'è niente di nuovo sulla scena calcistica europea, anzi c'è molto di vecchio.
Ad esempio, è forte il dibattito etico soprattutto dopo le vergogne di Calciopoli, ma si ha l'impressione - e non solo - che in realtà non sia successo nulla, che a pagare siano rimasti Luciano Moggi e un paio di poveri giornalisti (quelli ricchi sono tutti rientrati in servizio). Poi succede come domenica a Torino, quando la grande Juventus pareggia con il piccolo Lecce e dalla curve si leva il coro che sottolinea la disfatta: "Ridateci Moggi" .
È bene precisare che i tifosi bianconeri non vogliono il Moggi delle telefonate ma quello che primeggiava sul mercato e impediva che i giocatori aggredissero l'allenatore (come ha fatto Camoranesi con Ranieri) e che si ripetesse a ritmo bisettimanale il balletto delle conferme. L'ho detto, a Ranieri dopo la quinta conferma di fiducia: l'esonero per lui è garantito.
Tornando a Platini, vorrei potergli dire che la semifinale di Champions, Chelsea-Barcellona mi è parsa un oltraggio al pudore. Dirò di più: gli scandali "di chiacchiera" sono sì nocivi, ma niente è peggio della visione in diretta di uno scandalo che va compiendosi là dove esiste ancora un minimo di sacralità calcistica: il campo, la partita. Ricordo Desmond Morris e la sua opera «La tribù del calcio», esaltazione di una cerimonia settimanale che ha il suo tempio - lo stadio - e i suoi sacerdoti, ovvero gli addetti ai lavori, in primis l'arbitro. Gli inglesi continuano a credere in questo calcio vigoroso e leale, apprezzato da tifosi tanto corretti che non c'è bisogno di chiuderli fra barriere di protezione. E invece l'altra sera, a Stamford Bridge, è andato in onda un evento destinato a minare la credibilità di tutta la Champions.
Giusto dire che l'arbitro può sbagliare, ma quando gli errori hanno il sapore della premeditazione, ecco che il pettegolezzo che ne nasce diventa veleno. Platini da tempo ci doveva la soluzione dei giudici di porta, o arbitri aggiunti, e comunque una profonda riforma del mondo arbitrale Uefa, e invece non ha fatto nulla.
Quando rivedo Ovrebo che fugge inseguito da Lampard e poco dopo lo stesso arbitro che, insultato a sangue da Drogba, gli porge timidamente il cartellino giallo, allora m'aspetto che Platini faccia un intervento severo e mandi a casa Ovrebo e i suoi collaboratori.
Oltre all'aspetto etico, c'è anche quello economico: fino a quando Abramovich continuerà a buttar quattrini nel Chelsea? L'ultimo danno è stato di decine di milioni. Anche questa è Calciopoli.