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L'agricoltura può aiutare il clima

Andrea Zaghi sabato 5 dicembre 2009
Non solo per il pane. Proprio così: l'agricoltura risponde ormai una serie di diversi obiettivi che va ben al di là del semplice soddisfacimento delle esigenze alimentari. La novità, tuttavia, è nell'ultimo traguardo che con la produzione agricola può essere più agevolmente raggiunto: una miglior risposta ai cambiamenti climatici, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. A dirlo, nei giorni scorsi, non è stato uno sparuto gruppo di ambientalisti, ma niente di meno che la Fao un in documento preparatorio dell'imminente Vertice di Copenaghen sul clima.
«L'agricoltura " si legge nel testo " da una parte è vittima del cambiamento climatico, ma dall'altra ne è anche responsabile, contribuendo con il 14% del totale delle emissioni di gas serra. L'agricoltura tuttavia, può anche essere una parte importante della soluzione, mediante la mitigazione, la riduzione e l'eliminazione, di un ammontare significativo delle emissioni globali». E non basta, perché, come sempre la Fao ha sottolineato, un'operazione di questo genere può partire proprio dalle economie agricole più in difficoltà come quelle dei Pvs. Certo, dai buoni propositi ai fatti concreti il cammino può essere lunghissimo. Per questo, Alexander Mller, Vice Direttore Generale della Fao, illustrando il documento, ha detto si sperare che il vertice «mandi un segnale forte che dica che l'agricoltura nei Paesi in via di sviluppo deve avere un ruolo vitale nella risposta a questa sfida globale». Tecnicamente, sempre secondo la Fao, vi sarebbero «sinergie evidenti» tra mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, e la sicurezza alimentare, che possono essere colte «se si agisce in modo corretto». La sottolineatura è certamente un passo importante nella direzione del cambiamento della visione stessa dell'agricoltura, che, tuttavia, porta immediatamente ad un risvolto pratico. La Fao, infatti, sollecita finanziamenti per assistere i Paesi vulnerabili a rispondere «in modo più complessivo alla doppia sfida del cambiamento climatico e della sicurezza alimentare». Ma come? Premiando, per esempio, gli investimenti che hanno come obiettivo quello di ridurre le emissioni e attuare strategie di adattamento al cambiamento climatico, ma che al tempo stesso incoraggino lo sviluppo agricolo e migliorino la sicurezza alimentare. Ma, oltre a tutto questo, dovranno probabilmente mutare ancora una volta i rapporti fra i grandi blocchi agricoli mondiali e in particolare fra quello europeo e quello statunitense. Rapporti che necessariamente dovranno smettere di essere conflittuali per cercare di arrivare a intese più concrete e positive. In questo senso, forse qualche passo in avanti si sta facendo. In questi giorni sono in corso degli incontri fra Ue e Dipartimento dell'Agricoltura Usa per affrontati temi delicati come lo stato delle due agricolture, la coincidenza tra le riforme delle politiche agricole, gli effetti del cambiamento climatico sulle produzioni e la ripresa del negoziato Wto.