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Italia, prima in Europa per le mele biologiche

Andrea Zaghi domenica 8 agosto 2021
Bene nonostante le gelate e la concorrenza che comunque si fa sentire. La produzione di mele in Italia quest'anno sarà probabilmente un po' più contenuta rispetto al 2020, ma le imprese del comparto sembra riescano a rispettare i piani di vendita. Insomma, grandi scossoni di mercato non sono attesi. Visti i tempi, si tratta di un orizzonte più che buono per un settore che vale comunque il lavoro di decine di migliaia di persone e aziende, tutela ambientale e presidio del territorio. Il punto sulla situazione è stato fatto da Prognosfruit qualche giorno fa per tutta Europa. Tratto comune ai diversi produttori è l'influenza dell'andamento climatico che un po' ovunque ha condizionato le aspettative di raccolta e spesso anche le dimensioni dei frutti. Ciò nonostante, Assomela - che raccoglie l'80% della produzione italiana e il 20% di quella europea -, stima un raccolto europeo 2021 pari a circa 11 milioni e 735mila tonnellate: più alto rispetto al 2020. Merito degli incrementi previsti in alcuni paesi come la Polonia ma anche il Belgio, l'Ungheria e il Portogallo che bilanciano i tracolli produttivi di Danimarca, Grecia, Paesi Baltici, Slovenia e Svezia. Tutti i produttori prevedono poi calibri un po' piccoli e ritardi nella raccolta. E l'Italia? Lo Stivale melicolo produrrà pare il 4% in meno (complessivamente poco più di 2 milioni di tonnellate di mele), ma i coltivatori per ora hanno davanti prospettive di mercato definite come «buone» anche se non al livello delle due ultime annate. Sempre più forte - tanto da collocare l'Italia al primo posto in Europa -, sembra essere la produzione di mele con tecniche biologiche. Rimangono tuttavia alcune incognite importanti. Alcune malattie e alcuni parassiti (come la cimice asiatica), devono comunque essere tenute d'occhio, mentre la concorrenza soprattutto delle produzioni spagnole, non deve essere certo sottovalutata. Così come la logistica per raggiungere determinati mercati e quindi i trasporti. Per ora comunque tutto funziona e vale quanto indicato dall'osservatorio del Corriere ortofrutticolo: «I piani di vendita del 2020-2021 sono stati ben rispettati e la campagna commerciale si avvia alla sua fase finale senza particolari problemi, con l'obiettivo di terminare le giacenze di mele del raccolto 2020 entro settembre ed aprire così la prossima annata nelle migliori condizioni». Un orizzonte promettente per un comparto che vale ormai oltre un miliardo di euro all'anno.