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Intese, una ferita per l'Inps

Vittorio Spinelli giovedì 24 maggio 2007
Otto nuove Intese con altrettante confessioni religiose sono state firmate dal Governo il 4 aprile scorso. I nuovi rapporti giuridici con confessioni spiccatamente diverse testimoniano l'attualità dell'articolo 8 della Costituzione, che regola la formazione delle Intese, e la garanzia della libertà religiosa, in tutte le sue forme, come caratteri essenziale della Repubblica italiana. In questo quadro di altissimo valore sociale, stupisce che non pochi di questi accordi provochino una vera ferita non solo all'Inps, più direttamente interessato, ma all'intero sistema previdenziale. Tra i numerosi argomenti trattati in ciascuna Intesa è regolato infatti anche il trattamento previdenziale dei ministri di culto della rispettiva confessione. I contributi e le pensioni di tutti i ministri di culto sono già regolati dalla legge che dal 1973 ha istituito lo speciale Fondo di previdenza per il clero gestito dall'Inps. L'iscrizione al Fondo è obbligatoria, così come sono obbligatorie le diverse assicurazioni sociali (pensioni, maternità ecc.) per qualsiasi categoria di lavoratori dipendenti e autonomi. è quindi acquisito che alla previdenza non si può sfuggire; è solo questione di tempo. è singolare però che una via di fuga da qualsiasi obbligo previdenziale sia stata invece inserita nelle seguenti Intese, con piccole varianti: Buddisti: «I ministri di culto possono iscriversi al Fondo di previdenza ed assistenza per il clero». Ortodossi: «I ministri di culto hanno la facoltà di essere iscritti nel Fondo speciale di previdenza e assistenza per i ministri di culto». Induisti: «I ministri di culto possono iscriversi'». Testimoni di Geova: «I ministri di culto hanno la facoltà di essere iscritti'» Per tutte queste Intese, la «facoltà», e non l'obbligo di iscriversi all'Inps, è la sotterranea negazione del principio di solidarietà, sul quale si fonda l'intero sistema previdenziale, che vincola così le diverse categorie di lavoratori e di cittadini tra di loro e con le generazioni successive. Inoltre, introducendo nella legislazione previdenziale la «facoltà di iscrizione», si apre anche un varco, difficilmente contenibile, attraverso il quale qualsiasi cittadino potrebbe legittimamente pretendere di non essere iscritto obbligatoriamente all'Inps, all'Inpdap, all'Inail ecc. Altrettanto distorta è l'Intesa con i Mormoni. In questo accordo, tenuto conto che i rispettivi ministri di culto svolgono il loro servizio a titolo gratuito e senza ricevere alcun compenso, si consente una ridotta copertura previdenziale con le regole del volontariato, cioè esclusione obbligatoria dalle pensioni e copertura infortuni garantita con una assicurazione privata. E che dire dei Testimoni di Geova che nel 1979 invocarono ed ottennero con decreto di essere iscritti obbligatoriamente al Fondo Clero - decreto regolarmente osservato fino ad ora - mentre con l'Intesa cercano consapevolmente l'iscrizione volontaria?