Integrazione. Sociosanitario, riconoscere i diritti ai più fragili è doveroso
Le risorse, appunto. I bisogni fondamentali di assistenza e il sistema giurisdizionale (il pane e la giustizia) devono fare i conti con le risorse ma, riprendendo un passaggio della sentenza 275 del 2016 della Corte costituzionale redatta dal giudice Prosperetti, «è la garanzia dei diritti incomprimibili a incidere sul bilancio e non l'equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione».
Passaggio richiamato anche nella più recente sentenza 169 del 2017, redatta dal giudice Carosi, con indicazioni importanti su come «mettere in sicurezza» i livelli essenziali e imputarne correttamente i relativi costi (in senso parzialmente diverso si veda, in precedenza, la pronuncia 5538/2015 del Consiglio di Stato). L'obiettivo potrebbe essere arrivare, anche in campo socioassistenziale, a un sistema universalistico tale da consentire l'integrazione con le prestazioni sanitarie. Ma per il suo raggiungimento si richiede quel lavoro di codificazione e standardizzazione che porti a censire i livelli delle prestazioni corrispondenti a diritti incomprimibili. Il nostro sistema costituzionale (artt. 32 e 38, "figli" del fondamentale art. 3, comma 2), unitamente all'attuazione legislativa, fornisce un indirizzo chiaro: nei confronti dei più fragili (disabili o non autosufficienti), il riconoscimento del diritto e l'esigibilità delle relative prestazioni sono doverosi.