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Inquisito? Niente azzurro Il calcio dia l'esempio

Italo Cucci venerdì 12 ottobre 2012
Mi ha colpito quel che ha detto l'altro giorno l'interista Ranocchia dopo aver saputo del suo coinvolgimento nelle indagini sul Calcioscommesse: «Questa storia è stata ritirata fuori al momento giusto, proprio ora che sto giocando bene e sono tornato in Nazionale...». Somigliano molto, queste parole, alle sortite di quei politici che vedono apparire sulla scena pubblica, ormai quotidianamente, gli scheletri che avevano negli armadi e credevano di avere sepolto per sempre. Quasi nessuno si scusa, e non si protesta innocenza: no, si lamentano agguati. Appena detto, tolgo subito Ranocchia da questo giro, ma anche da lui arrivano proteste e non una circostanziata autodifesa che lo sottragga non solo dall'indagine in corso ma dagli automatici sospetti. A questo punto, onde evitare che la Nazionale diventi una sorta di muro della vergogna perchè arruola inquisiti e presunti appartenenti a quello scellerato comparto di atleti sleali e corrotti, sarebbe bene che la Federcalcio prendesse nota di tutte le persone che sono entrate nell'orbita dell'autorità giudiziaria e chiedesse a Prandelli di sospenderne le convocazioni. Il rientro di Criscito dopo la sua dolorosa esclusione dagli Europei non può essere accompagnata solo da buone parole consolatorie - come la nuova chiamata - che non lo risarciranno mai del danno ricevuto in un momento che fece chiaramente parlare di ingiustizia. È andata benissimo con Bonucci, e andrà benissimo anche a Ranocchia - gliel'auguro - ma perchè si deve parlar tanto di scandali intorno a una Nazionale che per volere di Prandelli ha iniziato un particolare percorso etico? Tutti a casa non vuol dire un giudizio preventivo, un festival della demagogia, ma proprio alla luce di quel che ha appena detto il capo della Polizia Manganelli, un atteggiamento realistico, e purtroppo anche l'attento ascolto di mille voci ormai liberamente circolanti, dovrebbero indurre alla massima prudenza. Il premier Monti disse a suo tempo - scandalizzando il mondo del calcio - che si dovevano fermare i giochi. Tutti. Un'indicazione paradossale: ma senza arrivare all'Apocalisse sarà comunque giusto prepararsi a un pur modesto terremoto. Ormai a nessuno sfugge la triste realtà: il calcio s'è compromesso col malaffare. Le scommesse ormai riguardano tanti addetti ai lavori e necessiterebbe non uno stillicidio quotidiano ma un coraggioso “altolà”. Nel frattempo, forse nel rispetto di quella campagna etica iniziata da Prandelli, non ci si dovrebbe trastullare con le millantate e veniali malefatte di Cassano e Balotelli, i Reprobi Continui, che avranno esibito pecche caratteriali e comportamenti da Bad Boys ma non risultano appartenenti - neppure per malanimose spifferate - al mondo del Calcioscommesse.